Ci voleva Radio Cusano Campus, e l’esperienza del conduttore de #lastoriaoscura Fabio Camillacci, per far parlare Mario Segni. Lo storico leader referendario degli anni novanta è scesa in campo a poche ore dal voto effettivo ma, a differenza di Prodi, è stato meno diplomatico su Matteo Renzi. Tra dichiarazioni di voto e chiari giudizi politici, l’intervista di Segni è destinata a far parlare di sé. Ecco cosa ha detto a Radio Cusano Campus.
“Al referendum voterò sì nonostante Renzi. Il Premier la smetta di considerarsi il messia delle riforme. Se vince il no, rischiamo di tornare al sistema proporzionale”. Ecco alcune delle parole (non certo leggere) che ha dichiarato a Radio Cusano Campus Mario Segni. Parlando del voto di domenica 4 dicembre questo dichiara:
“Io voterò ‘SI’ ma non per fare un piacere a Renzi, anzi aggiungo che voterò ‘SI’ NONOSTANTE Renzi. Perché il presidente del Consiglio ha fatto una cosa che ha urtato tanti italiani e tanti riformisti come me; cioè Renzi ha fatto tutta questa campagna elettorale come se il discorso delle riforme in Italia iniziasse con lui, per la serie io sono il messia e sono appena arrivato eccomi qua guardatemi tutti. E questa direi che è quasi un’offesa per chi invece ha combattuto per anni come me e come tutti noi referendari. Renzi si è dimenticato che fummo noi referendari a introdurre ad esempio l’elezione diretta del sindaco, il sistema elettorale maggioritario e tanto altro. Al di là di questo, però, voterò ‘SI’ al referendum costituzionale perché io credo che anche se questa riforma ha molti difetti, tuttavia bocciarla sarebbe uno sbaglio e soprattutto il bocciarla innescherebbe un meccanismo politico che rischia di riportarci al sistema proporzionale quindi cancellando proprio quei referendum di oltre 20 anni fa per i quali gli italiani andarono a votare in massa con una valanga di ‘SI’”.