“Mio nipote nella giungla”, edito da Chiarelettere, è la sua ultima fatica fatica letteraria. Per parlare di questo libro l’autore, Oliviero Beha, è intervenuto questa mattina su Radio Cusano Campus, all’interno del format ECG. “Perchè mio nipote nella giungla? – ha esordito Oliviero Beha – perché viviamo ormai in una giungla, sia interiore che esteriore”, ha proseguito. 

L’ultimo libro di Oliviero Beha, “Mio nipote nella Giungla”, edito da Chiarelettere, è una forte critica alla nostra società: “Viviamo in una giungla, sia esteriore che interiore. Ovunque ci si gira sembra che la cosa più importante del mondo sia diventata la cucina, si parla solo di cibo, la gente vuole fare lo chef, adesso va di moda questa cosa qui. E questa giungla l’ha costruita la mia generazione. Abbiamo costruito una società basata sul fondamentalismo, siamo abituati a sentire parlare solo di fondamentalismo islamico e di fondamentalismo religioso, però va anche fatta una riflessione su quale sia il nostro di fondamentalismo. Il fondamentalismo occidentale è il denaro, tutto si traduce in denaro. Siamo denarizzati. Ma i soldi non possono essere l’unica bussola della nostra vita”.

OLIVIERO BEHA PARLA DI “MIO NIPOTE NELLA GIUNGLA”, EDITO DA CHIARELETTERE. CLICCA QUI PER ASCOLTARE L’INTERVISTA SU RADIO CUSANO CAMPUS 

A proposito di “Mio nipote nella giungla”, edito da Chiarelettere, Oliviero Beha ha aggiunto: “Che ne penso di Donald Trump, uno dei nuovi re di questa giungla? Chi ha un po’ di accortezza sa bene che la politica è semplicemente il mezzo con cui la grande finanza internazionale gestisce il potere. Gestivano Hillary Clinton in un modo, gestiranno Trump in un altro. Non ci sono tutte queste grandi differenze. E infatti un conto era il Trump in campagna elettorale, un conto è il Trump presidente. Il problema non è Trump, è chi c’è dietro. Poi Trump è un po’ ridicolo, Berlusconi in confronto a lui sembra un intellettuale del 700. Ma anche Berlusconi a sua volta era un po’ ridicolo. Noi non ne abbiamo colto la ridicolaggine perché siamo un Paese devastato, che non pensa più“.

Per uscire da questa empasse, secondo Oliviero Beha, autore per Chiarelettere di “Mio nipote nella giungla”, è fondamentale ricominciare a pensare: “Bisognerebbe vivere da ubriachi senza essere ubriachi. Inseguire la libertà di pensiero. L’ebrezza che ti da la libertà di pensiero è un’ebrezza rara. Il referendum? Questo clima da derby lo vivo malissimo. Ed è la dimostrazione che il nostro Paese sta andando indietro culturalmente. Siamo un Paese in coma, il problema non è Renzi o non Renzi, il problema è che l’Italia non è riuscita a maturare in termini di democrazia in nessun campo. Mi viene il dubbio che la democrazia forse non ce la meritiamo. Per questo si pensa all’uomo forte. E chi dovrebbe essere l’uomo forte, Renzi? Per favore, siamo alla farsa”.