Dopo anni di siccità il MIUR torna ad irrigare il terreno della ricerca scientifica e, ricominciando a finanziare i Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale (PRIN), invita gli atenei italiani a pensare, a strutturare idee brillanti e a mettersi in sinergia per accedere a quei fondi che rappresentano l’unica possibilità per un’idea di tramutarsi in un progetto innovativo concreto e reale. Ai microfoni di Radio Cusano Campus, il prof. Riccardo Panciroli, titolare della cattedra di Costruzione di Macchine presso la Facoltà di Ingegneria dell’UniCusano, racconta il percorso che è stato compiuto per partecipare alla competizione relativa ai Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale per quel che concerne l’area di Fisica e Ingegneria, e soprattutto, quali sono stati gli elementi contenuti nel progetto dell’UniCusano, che sono risultati decisivi per aggiudicarsi il finanziamento.

Prof. Panciroli, cosa significa vincere un PRIN?

“Significa mettere in sinergia tante componenti del mondo accademico che hanno la possibilità di lavorare fianco a fianco, al fine ultimo di portare a compimento un progetto dall’alto valore scientifico. Proprio per questo sono particolarmente contento di essere qui, per far capire quanto sarà importante per noi docenti ma anche per gli studenti, per i ricercatori e per i dottorandi lavorare per i prossimi 3 anni a questo piano di lavoro che ci coinvolge da tutti i punti di vista e che avrà grandi risvolti non solo dal punto di vista tecnico. Insomma, è un bel traguardo”.

Prof. Panciroli, veniamo da 3 anni di vuoto assoluto per quel che riguarda i finanziamenti alla ricerca di base. Se dovessimo procedere ancor più a ritroso, è dal 2008 che l’università italiana è vittima di tagli lineari e sconsiderati. Nel momento in cui i PRIN ricevono di nuovo ossigeno sotto forma di fondi, l’UniCusano partecipa e si aggiudica il finanziamento. Cosa vuol dire?

“E’ vero, veniamo da tanti anni di sottofinanziamento, negli ultimi 3 non sono stati assegnati fondi per i PRIN. Oggi sembra esserci una sorta di inversione di tendenza. Il finanziamento che ci siamo aggiudicati fa capo ad un bando del 2015 che tornava a foraggiare i PRIN con circa 93 milioni di euro. Il bando è stato improvviso, abbiamo avuto circa un mese per presentare il nostro progetto che è stato messo in competizione con altri 4000. Si consideri che ogni singolo progetto fa capo ad una cordata di università che, dalla loro, tentano di assemblare un team che annoveri vere e proprie eccellenze, visto che la vittoria finale si gioca anche sulla credibilità scientifica degli studiosi che vi partecipano. La competizione è stata molta e l’essersi aggiudicati questo PRIN, alla luce della situazione che abbiamo tratteggiato, è ancor più motivo di orgoglio e soddisfazione per il nostro ateneo”.

Come si vince un PRIN?

“Per vincere un PRIN servono una serie di fattori. In primis è necessario avere una proposta che sia in linea con i settori all’interno dei quali stai concorrendo e poi che la tua proposta sia credibile, reale e la cui realizzazione sia sostenibile per i revisori che la valuteranno. Altra porzione della valutazione, come detto, coinvolge gli elementi del team di ricerca, e bisogna essere in grado di strutturare una squadra le cui competenze siano vaste e compatibili tra loro, con un pregresso magari in fatto di partecipazione a precedenti bandi per assegnazioni di finanziamenti. La cordata che si è aggiudicata il finanziamento di cui stiamo parlando consta di università esclusivamente italiane e l’Università N. Cusano è responsabile di una parte fondamentale di questo progetto che sarà portato avanti in sinergia con tutti i nostri partners”.

Prof. Panciroli, ci può fornire qualche dettaglio in più sul progetto che si è aggiudicato il finanziamento e che vede l’UniCusano in prima linea per la sua realizzazione?

“Fornire dettagli in questo momento è difficoltoso. Posso dire che riguarda il settore della scienza dei materiali e che la difficoltà di spiegarlo sta nel fatto che si tratta di un qualcosa che ancora non esiste. Posso anticipare che il progetto tende ad integrare una tecnologia conosciuta come è quella dei materiali compositi (fibra di carbonio), con elementi di nanotecnologia. Per saperne di più occorrerà attendere ancora un po’ di tempo”.

Quali sono le tempistiche di sviluppo?

“La data di partenza ufficiale è il 5 febbraio 2017 ed entro il 5 febbraio 2020 scopriremo se saremo riusciti a portare a termine questa meravigliosa impresa”.