L’istituzione del fondo “Giulio Natta”, inserito nella legge di bilancio 2016 in relazione alle misure economiche che interessano il comparto Università, sta sollevando un polverone di polemiche che coinvolge gran parte del mondo accademico nazionale. Alla luce del parere “favorevole con condizioni ed osservazioni” espresso dal Consiglio di Stato sulle modalità procedurali contenute all’interno del DPCM, Open Day ha contattato il Prof. Stefano Gagliarducci, associato presso il Dipartimento di Economia e Finanza all’Università di Roma Tor Vergata e Consigliere economico per la Presidenza del Consiglio, che ha contribuito alla stesura del decreto Natta facendo parte del team di lavoro del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini.
Prof. Gagliarducci, si aspettava una reazione così ostile da parte del mondo accademico al decreto “Giulio Natta” e al conseguente reclutamento di questi famigerati 500 super professori?
“Ci aspettavamo sicuramente un po’ di resistenze ma mi piace sottolineare come, sia dall’estero che da parte di alcuni rettori italiani, ci sia stato manifestato assoluto supporto e sostegno su questa iniziativa”.
Il Consiglio di Stato si è espresso favorevolmente circa il decreto Natta, non risparmiando una serie di osservazioni sostanziali. Era previsto anche questo e accoglierete le indicazioni del CdS?
“Il parere serviva anche a questo, a migliorare il testo del decreto. Accoglieremo alcune istanze del CdS, che sembrano tra l’altro anche ragionevoli, ma su alcune questioni terremo una linea ben precisa, ad esempio sull’autonomia universitaria, rispetto alla quale vorrei fare una precisazione. Le procedure Natta prevedono l’individuazione di candidati poi le università saranno libere di chiamarli o meno, senza la pretesa di allocare cattedre forzosamente negli atenei italiani: l’autonomia universitaria non verrà intaccata”.
Da più parti viene attaccata la procedura Natta proprio perché sembra commissariare e sfiduciare l’università italiana: perché scegliere di non coinvolgere il Cun o la Crui?
“In realtà non sarà così e questo alla luce del fatto che stiamo parlando di una bozza e non di un testo definitivo. Già prima del parere del CdS avevamo previsto uno scouting che sarà fatto dal Ministro Giannini e che sarà supportato dalle opinioni e dai pareri di Cun, Crui e Accademia dei Lincei. Le polemiche sono fondate spesso sulla cattiva informazione, il decreto sta andando nella direzione del coinvolgimento del mondo accademico”.
Status speciale del professore reclutato con il Fondo Natta: altro punto critico individuato dal CdS, non le sembra una premessa discriminatoria? I super professori Natta saranno chiamati a lavorare gomito a gomito con professori “normali”.
“Noi non li abbiamo mai definiti “super professori”, è una definizione della stampa che è piaciuta ed è rimasta. Secondo lo stesso principio un professore dovrebbe sentirsi offeso perché chiamato associato e non ordinario? La polemica tra professori di serie A e serie B non esiste: la selezione sarà libera e aperta a tutti, sarà una competizione sana e trasparente, è ovvio che il risultato dovrà essere accettato. Per ciò che riguarda la maggiorazione stipendiale esiste già, fa parte della chiamata diretta, in Italia se ne fanno mille l’anno, dove c’è libertà stipendiale. Le cattedre Natta non rappresenteranno un’eccezione”.