Paola Taverna dice sempre quello che pensa. Va dritta al punto, anche stavolta, parlando di possibili brogli al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre: “Se esiste un rischio brogli sul voto degli italiani all’estero? E perché, su quello degli italiani in Italia?”, risponde intervenendo su Radio Cusano Campus, nel corso del format ECG.
Rischio brogli al referendum del 4 dicembre, ma non solo. La prima battuta Paola Taverna l’ha dedicata al Premier, Matteo Renzi: “E’ arrivato al punto di dirsi da solo che è cattivo, quindi pensate quanto sia vero. Lo sosteniamo da un certo tempo che ha un leggero appunto di arroganza in tutti i suoi proclami, che fosse cattivo, poi, lo sospettavo da diverso tempo. Non si può distruggere un Paese raccontando a tutti che si stanno facendo delle buone cose senza avere cattiveria nell’animo”.
Nel merito del referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre, Paola Taverna, prima di parlare del rischio brogli, ha dichiarato “Il 4 dicembre spero che dagli italiani arrivi un no perché la prima cosa che vogliono togliere è quella di votare i senatori, mentre il primo articolo della Costituzione dice che la sovranità appartiene al popolo. Vogliono togliere agli italiani il diritto di essere popolo sovrano. Questa riforma non è pericolosa per quello che dice, è pericolosa per quello che non dice. Ora è tornata in campo anche la Boschi, che si confronta con tutte personalità che hanno grandi qualità tecniche ma poco mediatiche. Loro si confrontano con quello che agli occhi delle persone deve apparire come un qualcosa di ormai passato, vogliono farla passare come una questione generazionale. Eppure il vicepresidente della Camera, Di Maio, ha invitato ad un confronto entrambi, ma il confronto non è stato ancora programmato, almeno stando a quello che mi risulta….”.
Sul referendum del 4 dicembre Paola Taverna teme brogli e non ne fa mistero: “Qualcuno teme brogli sul voto degli italiani all’estero? E perché, su quello degli italiani in Italia? Ricordiamo parentesi non certo fantastiche di momenti in cui davanti ai seggi elettorali c’era la compravendita dei voti. Io proporrei come si fa con alcuni paesi molto problematici un controllo quasi quasi internazionale sulla validità delle votazioni. Il rischio brogli esiste, non solo per i voti degli italiani all’estero ma anche per il voto degli italiani in Italia. Votare online? Non solo sarebbe possibile, ma si renderebbe il voto meno gestibile. Si eliminerebbe il pezzo di carta, la matita che qualcuno sostiene possa essere cancellata, non c’è lo scrutatore, il presidente di seggio…Questo è il medioevo”.