Si terrà il 4 e il 5 novembre presso l’Università Niccolò Cusano, in Via Don Carlo Gnocchi, 3, il congresso dedicato al tumore polmonare dal titolo: “La Global Care del paziente con Tumore Polmonare”. Ne ha parlato il Responsabile Scientifico dell’evento: Il Dott. Andrea Mancuso, Oncologo Dirigente Medico, presso l’Ospedale San Camillo di Roma; intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus nel corso del programma “Genetica Oggi”.

Dottore, una due giorni di confronto sul Tumore al Polmone presso l’Università Niccolò Cusano.

Si, una due giorni che guarda ad una patologia che sta avendo dei risultati eclatanti a livello internazionale in termini terapeutici tanto che pensiamo che nel giro di due anni crediamo sarà possibile trattarla solo con terapie di tipo biologico senza utilizzare chemioterapici, e con pochissimi effetti tossici. Questo avrà un vantaggio per i pazienti sia in termini di sopravvivenza che ovviamente di tossicità. Sarà dunque fondamentale parlarne durante il congresso.

Tanti i docenti che parteciperanno all’incontro e che si confronteranno sul tema delle Neoplasie Polmonari. Diversi esperti per diversi approcci?

Si è proprio questa la logica di invitare vari esperti in varie branche. La multidisciplinarietà è l’arma vincente che abbiamo nei confronti del tumore al polmone, non c’è solo l’oncologo infatti ma c’è anche il radioterapista, il biologo molecolare, l’anatomo-patologo proprio perché il tumore al polmone è una malattia singola per il singolo paziente, non c’è un’unica malattia da trattare con i medesimi farmaci. E’ molto importante oggi eseguire un profilo genomico, valutare dove ci sono mutazioni o riarrangiamenti genetici. La popolazione è eterogenea così come sono eterogenei i trattamenti.

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Dott.Mancuso, quanto sono migliorate le terapie negli ultimi anni?

Sono migliorate moltissimo, è migliorata in primis la sopravvivenza. Adesso abbiamo la possibilità in un gruppo selezionato di pazienti, sempre a livello biomolecolare, di eseguire addirittura in prima linea una immunoterapia, con un farmaco che va direttamente al tumore e che risulta migliore della chemioterapia. Abbiamo sia l’impatto sulla sopravvivenza: un paziente con tumore metastatico può migliorare la sua sopravvivenza, senza uso della chemioterapia, con l’impiego di questi farmaci. Li dove non fosse possibile utilizzare questo farmaco abbiamo altre certezze terapeutiche che nel 2017 saranno sempre più presenti anche von vari altri farmaci e sempre nell’ottica di dare meno effetti tossici e più sopravvivenza.

Quanto la ricerca genetica e le moderne tecnologie stanno trasformando l’oncologia?

Tantissimo, come dico sempre  ai miei pazienti che mi portano referti di tumore polmonare o di altri tumori, se io non faccio un profilo genomico non riesco a capire qual è la terapia. Noi dobbiamo lavorare a stretto contatto con il laboratorio, con il biologo molecolare, con l’anatomo-patologo per capire la complessità di questi tumori e “disegnare” le terapie personalizzate sul paziente.