Dopo la paura e i danni inizia l’emergenza sanitaria del post terremoto. Non solo case e coperte ma anche farmaci e prestazioni sanitarie possono fare la differenza fra una vita sospesa e una vita ancora accettabile. Dell’emergenza sanitaria ha parlato il Dott.Paolo Altea, medico di base presso Norcia, che senza studio medico e senza tecnologie riesce ancora a tenere fede al suo giuramento prestando servizio su un’ambulanza che ora è il suo “nuovo” ambulatorio. Il medico ha raccontato queste ore ai microfoni di Radio Cusano Campus nel corso del programma “Genetica Oggi“.
Dott. Altea, qual’è la situazione?
L’ospedale di Norcia è del tutto inagibile, L’Asl è gravemente lesionata, le due farmacie sono inagibili perché sono nella zona rossa, per i farmaci salva-vita c’è una roulotte con due farmacisti volontari di Cagliari. Io mi trovo su una ambulanza del 118 per seguire i pazienti. Il mio studio è infatti inagibile e non posso più accedere al computer con tutti i dati dei miei pazienti. Prescrivo tutto con carta e penna come tanti anni fa.
Qualcuno ha detto che l’emergenza sanitaria sarà gestita al meglio
Personalmente lancio un appello polemico: noi medici dei comuni di Norcia, Cascia e Preci colpiti dal sisma, non siamo stati contattati da nessun Dirigente Asl né per calore umano, nè per informarci sulle norme attuali che guidano l’emergenza del terremoto le ho apprese di straforo. Nessun Dirigente, nessun direttore di Asl ci ha chiamato per dirci cosa fare e cosa non fare. Questo mi riempie di amarezza perché penso che meritavamo qualcosa di più.
Dopo le ore di lavoro sull’ambulanza-studio può tornare a casa?
Purtroppo no, io stesso sono uno sfollato. Faccio la spola fra Norcia e il Lago Trasimeno, in un albergo, dove siamo stati portati, con altre persone, dalla protezione civile. Paradossalmente ho più pazienti li al Lago Trasimeno che a Norcia.
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