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Desaparecidos, chiesto l’ergastolo per 30 imputati

Si torna a parlare dei Desaparecidos, ovvero delle migliaia di persone sparite tra gli anni ’70 e ’80 nella repressione messa in atto dai regimi dittatoriali sudamericani che aderivano al “piano condor” nei confronti degli oppositori, soprattutto di sinistra. Tra le 50 mila persone assassinate, le 30 mila scomparse e le 400 mila incarcerate, ci sono infatti 23 vittime italiane i cui parenti sono ancora in attesa di giustizia.

PROCESSO ROMANO

In un primo momento l’inchiesta della Procura di Roma coinvolgeva 140 persone ma, difficoltà di tipo amministrativo e la morte di molti degli accusati, ridusse a 30 il numero di imputati. Su questi ultimi pende l’accusa di omicidio plurimo aggravato e sequestro di persona nei confronti dei 23 cittadini italiani e la condanna all’ergastolo; l’unica assoluzione è stata chiesta per il tenente di vascello uruguayano Riccardo Eliseo Chavez Dominiguez, capo delle operazioni del FUSNA, il servizio segreto della marina.

Adesso si attende solo la sentenza definitiva che servirà per mettere un punto a questa terribile vicenda e rendere giustizia alle migliaia di vittime.

PIANO CONDOR

Le indagini si sono aperte in seguito alla denuncia dei parenti dei Desaparecidos italiani, scomparsi negli anni ’70 nei paesi del cono meridionale dove era in atto una politica di repressione che prende il nome di “Piano Condor”. Si tratta di una vera e propria operazione militare, siglata nel 1975 a Santiago del Cile, tra le dittature militari fasciste dell’America latina che portò alla morte di almeno 100 mila esponenti della sinistra latino americana. Il piano fu reso possibile grazie ai finanziamenti da parte degli Stati Uniti d’America ed è finalizzato all’abolizione di ogni libertà e alla lotta al comunismo attraverso metodi barbari come la segregazione, la tortura e l’eliminazione fisica.

Le vittime venivano prelevate da casa o venivano sedate e caricate su aerei che venivano fatti schiantare nel vuoto; altre ancora venivano segregate nelle caserme e torturate od uccise a sangue freddo.

UN PASSO INDIETRO

Durante gli anni ’70 l’Argentina aveva visto l’abbattimento del governo democratico e l’instaurazione di un regime militare dittatoriale. Era iniziata così la lotta contro il “nemico interno” che avrebbe portato alla violazione sistematica dei diritti umani.

Velocemente le dittature si svilupparono in tutto il Sudamerica. In Cile furono eletti Salvator Allende e successivamente il generale Augusto Pinochet che crearono le due dittature più cruente dell’America Latina.

Il declino dei regimi iniziò negli anni ’80 in seguito alla vittoria della Gran Bretagna contro l’Argentina nella guerra delle Falkland che indebolì il governo argentino fino al crollo della dittatura.

Finalmente, nel corso degli anni ’90 tutti i paesi del Sudamerica hanno visto l’affermazione di un governo democratico.

 

di Francesca Wendy Aita e Federica Madonia   (Liceo Linguistico F. Enriques, Roma)

 

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