Con l’evoluzione tecnologica capita sempre più frequentemente di doverci confrontare con concetti nuovi dei quali, spesso, ci sfugge il significato d’insieme. Tra questi, in questa sede, analizzeremo i concetti che fanno capo a due elementi che ci riportano a quella “vita” virtuale alla quale nessuno di noi può permettersi di sottrarsi. Cos’è una comunità? E che cosa significa fare rete? Per approfondire queste tematiche prendiamo le mosse da un articolo scientifico scritto a quattro mani dal prof. Carlo Drago, docente di Probabilità Statistiche all’Università N. Cusano, e dal prof. Roberto Ricciuti dell’Università di Verona.
Ai microfoni di Radio Cusano Campus, il prof. Drago ha analizzato per noi, dal punto di vista statistico-previsionale, l’incidenza della Riforma “Salva Italia” prendendo in considerazione il suo impatto sul singolo e la sua efficacia sulla rete e sulla community interessata dall’applicazione della riforma stessa.
“Il lavoro da cui partiamo per approfondire queste tematiche è un articolo scritto insieme al prof. Ricciuti e pubblicato sulla rivista ‘Fisica A’. In questa ricerca andiamo a considerare la rete dei consiglieri di amministrazione delle principali società quotate italiane per andare a vedere, procedendo per esplorazione e comparazione, la struttura della rete in due momenti ben distinti: prima dell’applicazione di quella che è meglio nota come “Riforma Salva Italia”, e la struttura della rete nel momento successivo alla sua introduzione. È importante sottolineare come la rete in esame, quella dei consiglieri di amministrazione delle società quotate, sia tra le più influenti perché da qui si decidono le sorti del capitalismo italiano. Quello che ci aspettavamo prima di iniziare l’esperimento era trovare un certo tipo di modifiche strutturali dal forte impatto, soprattutto alla luce della ricerca operata sulla struttura delle community. Per community intendiamo dei gruppi di amministratori che tendono ad essere molto collegati tra di loro, con una struttura di rete particolarmente densa. Laddove ravvediamo l’esistenza di una community riscontriamo la presenza di uno schema di estremo interesse per comprendere, ad esempio, i meccanismi di informazione che possono esserci all’interno delle reti. Il risultato finale di questa ricerca, che è stata anche ripresa dall’Oxford blog, è quello di avere dimostrato che, laddove esistono riforme di corporate governance non vengono rilevate modifiche strutturali della rete, altresì si nota la presenza di cambiamenti residuali che hanno portato il sistema ad essere più efficiente al suo interno. Sostanzialmente, l’Italia si è sempre caratterizzata per un livello di interscambio fra amministratori di società particolarmente elevato, se ne deduce un forte tasso di collusione, come se la squadra A e la squadra B scendessero in campo utilizzando uno stesso giocatore. Quello che abbiamo riscontrato col prof. Ricciuti è che questa struttura risulta essere molto importante per il nostro Paese, come lo è per Germania e Francia, molto meno per Paesi come Stati Uniti e Gran Bretagna. In un meccanismo più esplicitamente competitivo si riscontrano meno collusione e, da qui, meno incroci. Da una riforma come quella denominata “Salva Italia”, che si prefiggeva di tagliare i legami che sussistono tra le banche, ci si attendeva una modifica strutturale del sistema. La sorpresa è stata apprendere come, a riforma applicata, la struttura in esame non fosse variata in modo sostanziale. Questo significa che il sistema italiano, per quel che concerne la rete degli amministratori di società quotate, risponde con relativa indifferenza agli shock creati all’esterno della rete”.