Il 4 ottobre è iniziata la Settimana Nazionale sulla Dislessia, promossa dall’AID, in occasione del sesto anniversario della Legge 170/2010, che tutela il diritto allo studio dei ragazzi affetti da dsa.
Roberta è una ragazza di 21 anni, studentessa di Psicologia, e questa settimana ha raccontato ai microfoni di Open Day la sua esperienza di vita a braccetto con una compagna ormai non così insolita, la dislessia.

Benvenuta Roberta, spiegaci innanzitutto in cosa consistono queste iniziative intraprese dalle province italiane durante la Settimana della Dislessia e se, secondo te, sono utili ad informare e sensibilizzare il pubblico sulla dsa.
La settimana dal 4 al 10 ottobre è la prima edizione della Settimana dedicata alla dislessia, ed essendo nazionale, vi sono diverse iniziative intraprese dalle regioni destinate sia ai giovani che agli adulti, quindi: spettacoli di teatro, laboratori, corsi di formazione. Ritengo la dislessia un disturbo molto mascherato quindi questa iniziativa può essere utile al fine di capirlo bene.

In base alla tua esperienza come si manifesta la dsa? Come ti sei accorta di avere il disturbo dell’apprendimento?
Fin da piccola ho sempre avuto problemi a ricordare i nomi  e le date crescendo. Mi resi, anche, conto di avere una forte lentezza nella scrittura, rispetto ai miei coetanei. Mi definisco un caso insolito perché io a differenza di gran parte dei ragazzi, sono venuta a conoscenza della mia dislessia negli ultimi anni di liceo, quindi con più cognizione di causa rispetto a un bambino. Ad ogni modo, ad accorgersene non sono mai i ragazzi perché, per noi, quella condizione che rappresenta una problematica è la normalità.

Come ti hanno aiutata i professori ad affrontare il tuo problema?
Per legge sono previste delle agevolazioni, o meglio dei riequilibratori di eventi. Con la collaborazione dei professori e della famiglia si applica un PDP (piano didattico personalizzato), ovvero misure dispensative e compensative, che aiutano il ragazzo nell’ apprendimento dando, ad esempio, la possibilità di prendere appunti e svolgere compiti in classe tramite pc per agevolare la scrittura.

Al di là del piano didattico, quali sono altre difficoltà che un dislessico incontra quotidianamente?
In alcuni casi possono esserci problemi nella coordinazione, come nella pallavolo e, quindi difficoltà legate ai tempi di calcolo relativi allo spostamento e alla velocità della palla ed altri oggetti in movimento. Inoltre, personalmente, ho sempre avuto problemi a tagliare con le forbici perché coordinare la vista e il movimento della mano è complicato.

Quali strumenti mette in campo la società per mettere in condizione, i ragazzi dislessici, di affrontare la vita in modo più agevole?
Al di là del piano didattico che funziona, alla motorizzazione ai test di verifica tradizionali a risposta multipla vi è ora la possibilità, per i ragazzi affetti da dsa, di ascoltare tramite cuffie le domande evitando di fare errori di comprensione, durante la lettura.

Come ti immagini domani nel mondo del lavoro? Pensi che questo problema possa limitarti nelle tue scelte?
La consapevolezza di quali fossero i miei punti forza e quali i miei punti deboli ha fatto in modo che io prendessi una determinata scelta nel mio percorso di studio. Di conseguenza la dislessia ha influenzato le mie scelte.

Cosa consigli ad un ragazzo che, differentemente da te, vive questa situazione in modo più difficoltoso?
Deve sicuramente ricordare che è una persona molto intelligente, quindi le sue difficoltà, apparentemente banali, devono essere viste come dei punti di forza, anziché limiti. I voti scolastici non fanno la persona, ciò che conta è la formazione e gli obiettivi, e sebbene talvolta si possa trovare difficoltà nel raggiungerli nell’immediato, mai bisogna demoralizzarsi al punto di pensare: io non posso!

Camilla Miglio