Una lunga intervista a Carlo Verdone è andata in onda su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del format ECG. Carlo Verdone è intervenuto e ha detto la sua a 360 gradi. Su Roma, i romani, l’affetto della gente che quotidianamente lo travolge e molto altro ancora. Diverse le tematiche trattate da Carlo Verdone nel corso dell’intervista. Verdone è appena tornato dalla Cina: “La Cina è un Paese sicuramente da visitare, è molto interessante, molto bello, ci sono tracce di antichità, c’è una modernizzazione soprattutto dal punto di vista architettonico, dal punto di vista delle infrastrutture, che è veramente spaventoso. Un grande Luna Park con delle tracce di una civiltà importante e antica. E’ un mix tra le due cose, un posto da vedere perché soprattutto alcune città sono il simbolo di questa economia che sta esplodendo a livelli molto alti, molto potenti, e quindi capire un po’ dove va il mondo e capire fino a quanto tempo resisterà questa nuova economia. I cinesi sono un po’ difficili da interpretare ma in fin dei conti molto simili a noi. Sono timidi, ma se poi si aprono sono anche molto ironici. L’unico problema è il fuso orario, sono tornato da qualche giorno ma sono riuscito a rimettermi a posto solo stanotte”.

 

CARLO VERDONE A RADIO CUSANO CAMPUS: CHIACCHIERATA A TUTTO TONDO TRA ROMA, ROMANI, CINEMA E ATTUALITA’. PER ASCOLTARE L’INTERVENTO INTEGRALE DI VERDONE, CLICCA QUI
carlo verdone con angelo infanti in borotalcoCarlo Verdone, poi, è tornato sui suoi anni universitari: “Io mi sono laureato il 4 aprile 1977 in lettere con 110. Ho frequentato l’università negli anni turbolenti, delle lotte politiche e studentesche. Erano più i giorni in cui c’erano le assemblee, gli scontri con la polizia, la destra, la sinistra, potere operaio. Di lezioni ne ho fatte poche, ogni tanto venivano interrotte dalle convocazioni delle assemblee. Il ricordo è certamente turbolento, ma ricordo anche alcuni esami fatti con molto piacere. Avevo fatto una serie di esami in storia delle religioni ad esempio, ricordo i professori, ho un bel ricordo di quel periodo”.

Carlo verdone e Gaetano Curreri insieme a Brescia per i terremotati
Carlo verdone e Gaetano Curreri insieme a Brescia per i terremotati

Il quattordici e il quindici ottobre a Brescia Carlo Verdone scenderà in campo assieme agli Stadio per aiutare le popolazioni colpite dal terremoto del 24 agosto: “Io ho fatto un appello affinché il mondo dello spettacolo facesse qualcosa per i terremotati. C’è stata subito una risposta da parte di colleghi e operatori del settore, ma la prima città a farsi avanti, dopo 24 ore, è stata Brescia, che io avevo conosciuto qualche mese prima, perché avevano fatto un Verdone Day, un giorno dedicato a me. Un evento veramente affettuoso, simpatico, in cui ho fatto tanti incontri con la cittadinanza. Da lì è rimasta questa amicizia, si sono fatti avanti dopo il mio appello, e allora il 14 e il 15 ottobre io e Gaetano Curreri, con gli Stadio, cercheremo di intrattenere ragazzi e cittadini attraverso incontri, proiezioni, un concerto, e tutto quello che raccoglieremo quel giorno andrà per Amatrice e le zone terremotate. Quello di Brescia è stato un gesto molto affettuoso e molto bello. Così riuscirò anche io dare un apporto a chi col terremoto di fine agosto ha perso tutto”.

 

 

Carlo Verdone (qui nella scena cult di Borotalco) ospite questa mattina su Radio Cusano Campus
Carlo Verdone (qui nella scena cult di Borotalco) ospite questa mattina su Radio Cusano Campus

Su Roma e sui Romani:  “E’ diverso, è tutto cambiato. Se tu prendi Un Sacco Bello o Bianco Rosso e Verdone, vedi una Roma che viveva ancora una vita di quartiere, con un’anima popolare e facce da caratteristi, da Trastevere alle Borgate. Oggi è un po’ tutto cambiato, regna la diffidenza, il vero romano non c’è più, è stato deportato in grandi alveari sul raccordo, si è spenta l’anima romana. E’ cambiato tutto, ora viviamo in un incrocio di tante culture, quello che c’è stato prima non lo ritroveremo più. Tutti mi parlano dei miei primi film, ma un tempo la realtà era quella, oggi la realtà è un’altra. Una volta si poteva anche iniziare a pensare a un film partendo da un personaggio o da una serie di personaggi, ora invece devi partire dal tema. Perché i personaggi sono tutti uguali. Prima c’era il bullo di un Sacco Bello o il fricchettone, oggi invece sono tutti livellati, nel taglio dei capelli, nel tatuaggio, nel modo di vestirsi, con le stesse scarpe e le stesse camice. Si è tutto globalizzato. Stiamo parlando di una Roma che non c’è più e infatti Un Sacco Bello, Bianco Rosso e Verdone, Acqua e Sapone, per certi versi anche Borotalco, sono film che ti fanno vedere per l’ultima volta alcuni bravi caratteristi. Mario Brega, Elena Fabrizi, Angelo Infanti. Abbiamo perso quelle facce tipiche di una certa Roma. I tempi vanno avanti e tutto si trasforma”.

 

Sulla politica e sui primi tre mesi di governo Raggi a Roma:  “La bagarre politica non mi interessa, non ci vorrei entrare, uno da un giudizio, da un parere, poi si scatena l’inferno, vedi Benigni. Io vorrei restarne fuori, io sono un cittadino, un elettore, che sta in attesa di vedere un qualcosa che si muova. Per ora non si è mosso nulla, ho visto litigate. Mi auguro che presto le emergenze vengano affrontate. Poi ci sono i problemi grossissimi, tipo la disoccupazione giovanile, che andranno avanti per anni e anni. Il Paese e l’Europa stessa è un pochino in declino, ma non possiamo mollarla così, altrimenti diventiamo tutti cinesi o schiavi dei cinesi. Roma va rimessa un po’ a posto. E’ una citta senza manutenzione, a Roma non esiste manutenzione, deve ripartire qualcosa…” .

 

Carlo Verdone con il Capitano della Roma Francesco Totti
Carlo Verdone con il Capitano della Roma Francesco Totti

Sulla Roma, squadra per cui tifa: “La Roma potenzialmente è una squadra buona, si è indebolita in difesa, ha un problema in difesa. Se fosse rimasto Benatia parleremmo d’altro, mi è dispiaciuto anche l’addio di Digne e senza infortuni forse avrebbe avuto un po’ più consistenza. Comunque il campionato è segnato, la Juventus vincerà lo scudetto, non esiste competizione, ha due squadre complete, una in panchina e una in campo. Totti o Spalletti? Non sto né con Totti né con Spalletti, vorrei la concordia tra i due. Mi fido dell’allenatore ma Totti fa ancora la differenza, ha una visione di gioco che gli altri non hanno, un tocco che gli altri non hanno. Un tempo o buona parte di un tempo lo può ancora fare. E’ incredibile che uno a quarant’anni abbia ancora questa integrità, teniamocelo stretto ancora”.

 

Carlo Verdone ha parlato dei suoi film e non solo intervenendo stamattina su Radio Cusano Campus
Carlo Verdone ha parlato dei suoi film e non solo intervenendo stamattina su Radio Cusano Campus

Tornando sui suoi film: “Qual è il più sottovalutato? Difficile dirlo. I miei film vengono apprezzati di più col tempo. Vedi ‘Il Cinese in coma’, che non guadagnò, rientrò in pari. Io credo che quel film abbia avuto un destino un po’ curioso. Nella mia carriera ci sono stati dei momenti in cui dovevo sterzare. Parte di pubblico fa riferimento ai miei esordi, rimpiange quel tipo di film, quel personaggio, ma bisogna pensare che la maschera cambia, bisogna cambiare, il rischio del patetismo sta là, dietro l’angolo. Il cinese in coma, secondo me, è un buon film. Ho sterzato ed è venuta fuori una commedia molto amara, un po’ oscura. Per esempio si parla poco di ‘Ma che colpa abbiamo noi’, che è un gran bel film. Viene citato pochissimo, ma è un gran ben film. Se ne parla poco perché poi alla fine il pubblico rimane legato alla battuta, ai personaggi, che là non ci sono. E’ un film al quale sono molto legato“.

Sul suo rapporto con Roma e i romani: “La gente di Roma mi vuole molto bene, ma io voglio bene a lei. Se vado avanti è grazie alle persone. Il prossimo anno compio 40 anni di carriera. Un qualcosa di irraggiungibile ai tempi d’oggi. Quest’affetto del pubblico mi dà la forza di andare avanti. Ho grande rispetto per il pubblico, anche se passo le mie giornate a fare i selfie, dalla mattina alla sera, pure quando prendo il cappuccino. Magari arriva qualcuno a dirmi ‘aspetta un attimo che te passo mi sorella’ o ‘aspetta n’attimo, te passo mi madre, dille che deve prendere le medicine’, o ancora ‘la ragazza m’ha lasciato, te prego dille che le voglio bene’. Ogni tanto m’arrabbio quando mi fermano mentre sto perdendo un aereo o devo prendere un treno, ogni tanto la gente è un po’ invadente ma cerco di essere gentile con tutti, perché riconosco che senza di loro non sarei niente”.