Il senatore del M5S, Nicola Morra, è intervenuto oggi su Radio Cusano Campus, all’interno del format ECG, per parlare di diverse tematiche. Dallo scambio di querele in corso tra Pd e M5S al caso Pizzarotti. Sulle querele, Nicola Morra, senatore del M5S, è stato categorico: “Meglio querelato che piddino”.
Nicola Morra, senatore M5S, ha fatto il punto sul Movimento che ha appena compiuto sette anni: “Sette anni sono un niente nella prospettiva di una rivoluzione culturale. Noi abbiamo come compito quello di promuovere un cambiamento della mentalità, dell’approccio che il cittadino deve avere nei confronti della cosa pubblica. C’è ancora molto da fare, siamo consci dei risultati ottenuti ma consapevoli di quanto ci aspetta. Più ci avvicineremo al traguardo, più il sistema prenderà le contromisure per combatterci. Chi è un parassita, vuol continuare a esserlo a vita”.
Nicola Morra, senatore M5S, sulla storia delle querele incrociate PD-M5S: “Un tempo si era orgogliosi di essere diversi rispetto agli altri. Oggi un nostro sindaco, Virginia Raggi, scrive “mica siamo il PD” e l’altro partito si reputa offeso. Loro vogliono l’omologazione, vogliono che gli italiani avvertano il movimento come l’ennesima forza che fa parole ma non fatti. Al contrario, noi siamo ancora capaci di tenere la barra dritta. Per cui ben venga questa diversità, anche davanti alle querele. Ma ce ne arrivassero tante altre, meglio querelato che piddino! Noi siamo degli avversari formidabili di questo sistema e invece il sistema ci vuole omologare, ci vuole far apparire come gli altri. Meglio querelato che piddino, io ne ho già due di querele, cercherò di far meglio, cercherò di prenderne altre”.
Nicola Morra, senatore M5S, sull’addio di Pizzarotti al Movimento Cinque Stelle: “Se sono dispiaciuto di questo epilogo? No, sinceramente no. Non mi è dispiaciuto e dico anche che dal mio punto di vista si poteva e forse di doveva arrivare a questa conclusione ben prima. Per chiarezza. Con Pizzarotti ci siamo tutti confrontati, da subito sono emerse differenze relative ai valori e ai metodi con cui si governa la cosa pubblica e forse era il caso di procedere a questo epilogo ben prima”.
Nicola Morra, senatore M5S, sulle parole di Cantone a proposito della corruzione all’interno delle università: “Cantone, senza che se l’abbia a prendere, ha scoperto l’acqua calda. Sappiamo da sempre che chi ha merito voglia che lo stesso gli venga riconosciuto. Un Paese che al contrario promuove la parentopoli e il familismo amorale scaccia le sue eccellenze. Uno studio fece emergere che la propensione negli atenei italiani e nei centri di ricerca a far familismo amorale era più significativa che nel resto delle istituzioni pubbliche. Mi fa sorridere ad esempio vedere che in centro di ricerca francese ci sono più italiani che francesi, perché i cervelli che abbiamo poi li costringiamo ad andar via. Anche la casta dei baroni e dei professori universitari è da combattere. Noi dovremmo tornare ad incentivare l’impegno, stando attenti a definire correttamente ciò che significa meritocrazia. Noi dovremmo premiare la capacità di alzare continuamente l’asticella, magari anche partendo da risultati molto bassi”.