Stefano Pivato, storico e saggista italiano, già rettore dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Open Day”, condotta da Misa Urbano e Alessio Moriggi su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

 

In merito alle dichiarazioni di Raffaele Cantone che ha definito l’università corrotta e familistica. “Mi sono fatto qualche nemico all’interno dell’Università -ha affermato Pivato-. Ma era normale. Così come molti nemici, molti di più di me, se li è fatti Raffaele Cantone. C’è stata una battuta di Cantone che è stata fraintesa, anche dall’ex ministra Gelmini. Cantone si è chiesto: è mai possibile che serva una legge per regolare il nepotismo? Altrove, in Inghilterra, negli Usa e in Francia non si pone neanche il problema. Non esiste l’assunzione di parenti e nipoti. Qui da noi si deve regolare e viene continuamente scavalcata. Io dico sempre che il professore universitario è un camaleonte, ha una capacità incredibile di adattarsi alle situazione e di superare le regole. Questa è l’università, non deve sorprendere. L’università in Italia è una corporazione. Questo non avviene solo all’interno dell’università, ma all’università avviene meglio perchè dopo la chiesa l’università è l’istituzione più antica in Italia, quindi è un’istituzione perfetta anche nelle sue perversioni, per cui queste manovre riescono molto bene”.

 

Concorsi universitari. Cambierà qualcosa con la nuova abilitazione nazionale? “Sono molto scettico -ha dichiarato Pivato-, perchè sono circa 40 anni che sto nell’università e ogni volta il meccanismo dei concorsi è cambiato. Io spero che questo nuovo sistema possa riuscire, ma sono scettico. La mia proposta è abolire i concorsi, che non esistono praticamente da nessuna parte nel mondo. Negli altri Paesi in Europa e negli Stati Uniti si viene assunti attraverso curricula, rispondendo ad annunci sui giornali. Sono soluzioni spesso in prova e se uno dimostra di essere capace poi viene aggiunto. Se ci sono i concorsi ci saranno anche i baroni universitari che cercheranno di manipolarli e troveranno il modo per farlo”.

 

Riguardo l’Anvur, l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca. “Si tratta -ha osservato Pivato- di un primo esperimento al quale io sono assolutamente favorevole. Ci sono cose da emendare e da correggere, resta il fatto che è la prima volta che nell’università italiana viene introdotto un sistema in base al quale al professore si chiede: in questi 3 anni ha prodotto qualcosa? Si tratta di una ricerca di carattere quantitativo. Credo che quella del docente universitario sia una delle poche professioni in cui non si timbra il cartellino. Questo sistema è un primo momento di certificazione. Non si capisce perchè non debba essere certificata la produzione. Penso sia corretto sottoporsi ad un giudizio, che in questa fase è solo di carattere quantitativo. Anche la qualità va assolutamente certificata. Un medico, se durante un’operazione compie un errore, ne paga le conseguenze. Non si capisce perchè se un docente universitario è scarso oppure fa assumere giovani docenti scarsi non debba pagare. E’ denaro pubblico questo e va speso al meglio”.

 

“Ci sono docenti universitari che sono evasori morali -ha concluso Pivato-. C’è stato un allontanamento dall’etica in questi ultimi decenni all’interno dell’università. Si è badato più alle carriere che alla qualità della ricerca o dell’insegnamento. E qui è tornato ad imperare il nepotismo. Io ritengo che abolendo i concorsi si farebbero già dei passi in avanti, è una delle vie per risolvere il problema”.