Renato Brunetta torna sulle parole di Cantone in relazione alla corruzione nelle università e proprio ai microfoni di Radio Cusano Campus, la radio dell’Università Niccolò Cusano, nel corso di ECG, con Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio dice la sua attaccando pesantemente la casta dei baroni accademici e dei professori universitari.
 
A proposito del nepotismo e della corruzione nelle università. Renato Brunetta ha rivelato: “Essendo io figlio di un venditore ambulante, non avendo né padri, né zii né parenti accademici, avendo fatto una carriera accademica da solo, so benissimo la fatica che ho fatto, so benissimo i privilegi, le cooptazioni e so benissimo le sofferenze che chi non ha padrini deve subire nella nostra università, avendo io percorso tutti i passaggi e avendo io subito tutte le violenze del nepotismo e del baronismo. Quanto detto da Cantone- continua Renato Brunetta –  è vero, verissimo. Occorrerebbe fare piazza pulita in Italia rispetto alla bieca cooptazione parentale e al nepotismo. Io conosco bene il meccanismo nelle università, ho provato a far funzionare il merito e la trasparenza quando ho fatto il ministro”.
 
Secondo Brunetta questa potrebbe essere la soluzione: “Bisogna responsabilizzare le università e togliere tutti i meccanismi burocratici. Bisognerebbe – spiega Renato Brunetta –  fare come negli Stati Uniti, in cui si invitano i migliori, rispetto agli elenchi ufficiali pubblicati rispetto alla letteratura scientifica, ad esempio chi sono i primi 10 in economia oggi al mondo? Se io sono una università prestigiosa e voglio coprire una cattedra di economia vado nelle graduatorie e mi chiamo i primi 10, li invito a pranzo, li conosco, stanno un week end in ateneo, dopo averli conosciuti, dopo aver visto le loro attitudini lavorative, l’Università poi deve essere libera di poter scegliere il più bravo o quello che è più in sintonia con i suoi programmi. Quando l’Italia riuscirà a comportarsi così e mandare al macero i concorsi burocratici che in realtà non sono altro che imbrogli, in cui i baroni riuniti in commissione cooptano ciascuno in propria parte i propri allievi, normalmente i più stupidi tra i propri allievi perché non vogliono correre il rischio di essere scalzati da quegli allievi, sarà sicuramente un Paese migliore”.