Vignette di Charlie Hebdo sul terremoto, le reazioni politiche
In Italia monta l’indignazione sulle vignette che il giornale francese Charlie Hebdo ha dedicato al sisma che ha colpito alcune zone del Centro lo scorso 24 agosto. Ai microfoni della trasmissione “Il mondo è piccolo”, condotta da Fabio Stefanelli e Daniel Moretti, sono intervenuti la deputata di Forza Italia Daniela Santanchè, il deputato del Pd Michele Anzaldi e il fondatore dell’Ucoii Hamza Roberto Piccardo.
SANTANCHè: “Vignette di pessimo gusto, ma noi non andremo lì col kalashnikov o a farci saltare in aria”
Dopo l’attentato alla redazione di Charlie Hebdo, Daniela Santanchè affermò che avrebbe voluto portare il settimanale francese in Italia. “La mia idea non è cambiata –ha affermato Santanchè a Radio Cusano Campus-. Chiaro che queste vignette sul terremoto le trovo di pessimo gusto, sono brutte e vanno oltre la satira. Ma non è che siccome hanno fatto queste vignette andiamo lì col kalashnikov e ci facciamo saltare in aria. Condanno queste vignette così come condanno quello che hanno fatto i terroristi. La libertà di stampa è la libertà di stampa, poi uno può anche trovarla di pessimo gusto, ma lì finisce la critica. Nessuno è libero di uccidere per qualcosa che viene fatto e che non piace”.
ANZALDI: “La nuova vignetta di Charlie Hebdo è peggio della prima. Se ci sono responsabilità della mafia non spetta dirlo a chi non sa nemmeno dov’è Rieti”
Sul tema è intervenuto anche Michele Anzaldi, deputato del Pd, dopo che Charlie Hebdo ha pubblicato una seconda vignetta con scritto: ‘Non siamo stati noi a far crollare le vostre case ma la mafia’. “Voglio sottolineare che l’Ambasciata francese ha fatto una nota ufficiale per distinguersi dal comportamento di Charlie Hebdo e il Paese è compatto con il dolore degli italiani, a noi questo ci basta e ci avanza –ha affermato Anzaldi a Radio Cusano Campus-. La nuova vignetta di Charlie Hebdo è ancora più offensiva rispetto a quella precedente. Se ci sono responsabilità della mafia o di speculazioni deciderà la Magistratura, non devono venire a dircelo stranieri che non sanno nemmeno dov’è Rieti. Non si deve giocare con queste cose. La vignetta è stata disegnata il 30 agosto, mentre noi piangevamo le vittime ai funerali. Questa seconda vignetta mostra superficialità e ignoranza, perché molte di quelle che sono crollate sono case costruite subito dopo la guerra con materiali poveri. Speculare su queste cose per fare cassetta e cercare visibilità è una delle cose più offensive e squallide che si sia vista in questi ultimi anni”.
PICCARDO: “All’epoca condannammo attentato ma non dicemmo ‘Je suis Charlie’, ora anche chi l’ha detto dovrebbe ripensarci. E’ un giornale disgustoso. Ironizzare sui morti non è diverso da ironizzare sui profeti”
Dura la reazione del fondatore dell’Ucoii (Unione delle comunità islamiche italiane) Hamza Roberto Piccardo. “Ero ben conscio che tutta l’impostazione di questo giornale è assolutamente disgustosa –ha affermato Piccardo a Radio Cusano Campus-. Mi è stato insegnato che c’è una differenza sostanziale tra la libertà e la licenza, tra l’ironia anche feroce e il rispetto dei valori che si possono non condividere ma si devono comunque rispettare. La morte di 300 nostri concittadini ci ha toccato tutti. Oggi tutti siamo offesi per la maniera con cui questa gentaglia ha ironizzato sulle vittime. Qualcuno potrebbe dirmi i morti sono una cosa e i profeti sono un’altra, invece sono la stessa cosa. Questo non vuol dire che io approvi quello che è successo a Charlie Hebdo, alla parola si risponde con la parola, al disegno si risponde col disegno, non con i kalashnikov e con il sangue. Noi condannammo l’attentato, ma non dicemmo ‘Je suis Charlie’. Ora anche quelli che l’hanno detto dovrebbero ripensarci. Loro hanno offeso non solo i musulmani, ma anche i cristiani, con le vignette disgustose su Gesù e la Vergine Maria. Infatti il Papa in quell’occasione disse una cosa che se l’avesse detta uno di noi sarebbero stati guai. Il Pontefice disse: se qualcuno insulta mia madre deve aspettarsi un pugno”.