Il terremoto del 24 agosto passerà alla storia come uno dei più violenti di sempre in Italia. Il bilancio dei morti sale ora dopo ora, si teme che alla fine le vittime superino quelle generate dal sisma che devastò l’Aquila nel 2009, molte località, Amatrice in primis, sono state rase al suolo, ci vorranno anni per ricostruire, non basterà una vita per dimenticare.
Eppure, di questo terremoto che ha messo in ginocchio una parte del centro Italia, nella mia mente resteranno anche immagini che custodirò gelosamente e a cui mi aggrapperò ogni volta in cui mi verrà da pensare che questo ormai è un Paese marcio. Non è vero. L’Italia ha ancora un volto speciale. Un volto da raccontare. Che non resta indifferente. Capace di dar vita ad una gara di solidarietà in grado di lasciare senza parole anche la protezione civile.
Dopo il terremoto che ha fatto tremare l’Italia, è partita una gara di solidarietà per dare una mano in ogni modo possibile: dagli sms ai bonifici online, dalle donazioni alle fondazioni fino all’impegno di singoli e aziende che promuovono raccolte fondi finalizzati a progetti di ricostruzione.
Non è mancato chi ha aperto le porte delle proprie case o ha messo a disposizione i propri alberghi per ospitare gli sfollati, mentre è stata raccolta una quantità di beni di prima necessità tale da costringere il capo della protezione civile a dire: “Bisogna ridimensionare il numero dei soccorritori rispetto alle reali esigenze. Capisco la solidarietà e lo slancio della gente, ma ad Amatrice ci sono pure troppe persone, serve tranquillità”.
L’Italia che non resta indifferente alla morsa mortale di questo terremoto tenta di ribellarsi rispondendo presente ad una gara di solidarietà che ha sorpreso molti. Ancora da Amatrice, mi ha colpito l’appello di Luigi D’Angelo della Protezione Civile: “Grazie alla solidarietà degli italiani chiediamo di non procedere più con invio di alimenti e indumenti”, ha detto a La7 quarantotto ore dopo il sisma.
Il terremoto che ha devastato l’area fra Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo, provocando centinaia di morti, ha fatto tremare il suolo ma ha scosso anche l’anima dell’Italia che si è subito mobilitata davanti all’orrore del terremoto. Sono bastate poche ore, anche grazie a Facebook, per dar vita ad una rete fatta di iniziative destinate a fornire immediatamente aiuto concreto alle vittime del terremoto.
Dopo i tremendi effetti di questo terremoto, insomma, non ha esitato a mostrarsi il volto migliore del nostro Paese. Il volto di chi non resta indifferente. Dai cittadini che si sono precipitati a donare il sangue a quelli che hanno affollato i centri raccolta di beni di prima necessità, allestiti praticamente in ogni angolo della penisola. Senza dimenticare che anche alcuni profughi, finiti loro malgrado al centro di una polemica ritenuta dai più strumentale, hanno voluto dare una mano e si sono precipitati ad Amatrice per scavare tra le macerie.
L’Italia, quando serve, c’è. Almeno quella “del basso”, quella del popolo. Quella che brontola, forse troppo certe volte, ma che poi è pronta ad agire. Forse siamo migliori di come ci dipingono. E anche di come noi stessi ci dipingiamo.