Il quarto appuntamento del nostro viaggio all’interno del servizio di tutoraggio UniCusano ci porta ad indagare le dinamiche di due facoltà che rappresentano due percorsi accademici distinti e separati che trovano più di un punto di congiunzione nel rispettivo percorso di svolgimento: la facoltà di Scienze della Formazione e la facoltà di Psicologia. Per capire come si articola il servizio di supporto didattico per gli studenti che si avvicinano a questi due percorsi accademici, abbiamo chiesto lumi a due tutor disciplinari: la dott.ssa Valentina Pelliccetti per Scienze della Formazione e la dott.ssa Eleonora Tribioli per Psicologia.
Dott.ssa Pelliccetti, quale tipologia di studente decide di intraprendere il percorso di Scienze della Formazione?
“Scienze della Formazione è una facoltà che ha come sbocco professionale fisiologico quello afferente alle aree educative e formative. I nostri studenti, il più delle volte, sono già inseriti all’interno di un contesto lavorativo e svolgono mansioni legate alla formazione e alla somministrazione della didattica. Se volessimo essere più specifici potremmo parlare di maestre della scuola primaria, che cercano di conseguire un titolo che possa garantire loro un miglioramento di carriera. Poi non escluderei una nuova ondata di neo diplomati particolarmente interessati agli altri sbocchi lavorativi collegati a questo percorso accademico e m i riferisco a coloro i quali hanno la volontà di lavorare in un consultorio, in una Asl o all’interno di un istituto detentivo con la qualifica di operatore professionale di comunità”.
Dott.ssa Tribioli, la facoltà di Psicologia dell’UniCusano prevede un test a sbarramento? Quali sono le caratteristiche principali di questo corso di studi?
“Il corso di Psicologia all’UniCusano è a numero aperto, senza sbarramenti ma con un test ministeriale generico d’ingresso che mira unicamente a far emergere le conoscenze di cultura generale dell’iscritto. Per quel che riguarda il profilo di studente che decide di intraprendere il percorso di psicologia, credo sia corretto evidenziare come il corso in oggetto abbia moltiplicato gli iscritti neo diplomati, sempre più attirati dalle peculiarità del percorso che nella triennale copre tutte le aree scientifico psicologiche mentre nella magistrale si delinea con una specializzazione nell’ambito dell’organizzazione e del lavoro. Questo significa che gli sbocchi professionali riguardano le aziende e le imprese dove i nostri laureati andranno a lavorare per la professionalizzazione delle utenze, nella risoluzione dei conflitti, più in generale nell’ambito delle risorse umane”.
Dott.ssa Pelliccetti, quali sono le domande più frequenti che le vengono poste dai nuovi iscritti?
“Gli studenti di Scienze della Formazione non risultano essere particolarmente disorientati, soprattutto grazie all’approccio che abbiamo con ognuno di loro a seconda delle esigenze che presentano. I piani di studi vengono stilati e concordati insieme, ci preoccupiamo anche di capire quali sono i punti forti e i punti deboli nella preparazione dei ragazzi e scegliamo di conseguenza l’esame più idoneo con cui iniziare il percorso. In ogni caso iniziare bene è fondamentale per il proseguo degli studi, anche dal punto di vista motivazionale”.
Stessa domanda per lei dott.ssa Tribioli.
“In molti mi chiedono di iniziare il loro percorso sostenendo l’esame di Psicologia clinica, come se dopo averlo passato avessero più chiaro in mente cosa significhi fare lo psicologo. Purtroppo non è così, c’è la necessità di iniziare con esami propedeutici, con argomenti che servono da base per costruire una serie di competenze successive. Non è sempre semplice convincere lo studente che sta compiendo una scelta poco opportuna ma anche questo è il lavoro del tutor, ricondurre il proprio iscritto su binari di logica e razionalità, anche per quel che riguarda le tappe di un percorso che lo condurranno al conseguimento della laurea”.
Dott.ssa Pelliccetti, l’importanza del tirocinio all’interno di Scienze ella Formazione.
“Il tirocinio è di importanza fondamentale, è la prima occasione in cui uno studente si trova a testare le sue competenze sul campo, lavorando concretamente ad un caso ed occupandosene nel tempo. Ovviamente i ragazzi impegnati nel tirocinio affiancano operatori professionisti e li supportano nel loro lavoro quotidiano, realizzando una sorta di diario di bordo all’interno del quale riportano progressi, avanzamenti o regressioni. Il consiglio è quello di affrontare il tirocinio tra il secondo ed il terzo anno quando si ha maggiore consapevolezza del percorso svolto e delle competenze acquisite”.
Dott.ssa Tribioli, ci sono differenze tra il tirocinio appena descritto dalla sua collega per Scienze della Formazione e quello di Psicologia?
“Anche per Psicologia il tirocinio è di fondamentale importanza, tanto che lo stesso ordine degli psicologi lo richiede per consentire l’iscrizione all’albo. Come per Scienze della Formazione si tratta di un percorso formativo svolto negli aspetti pratici della professione ma si può decidere di sostenere anche un tirocinio scientifico, da realizzare all’interno dell’università allo scopo di ricerca. È uno dei passaggi più importanti per la carriera dello studente che comincia a delineare il suo futuro professionale”.