Tiziana Ciavardini, giornalista e antropologa che si è dedicata per anni allo studio delle religioni, ha commentato l’attentato di Nizza intervenendo questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus. Dice Tiziana Ciavardini: “L’idea che mi sono fatta sull’attentato di Nizza? Stanno venendo fuori sempre più notizie, fare delle considerazioni ferree in questo momento non sarebbe giusto, sorgono comunque dei dubbi importanti sul fatto che questo attentatore con quel tir non fosse stato controllato attentamente quando si è avvicinato con quel camion al luogo transennato”.
Prosegue Tiziana Ciavardini sull’attentato di Nizza: “L’identikit dell’attentatore è ambiguo. Beveva, non frequentava le moschee, alcuni sostengono che si sia radicalizzato nell’ultimo periodo, devo dire che una radicalizzazione messa in pratica in quindici giorni è abbastanza improbabile, anche se ovviamente tutto è possibile. Noi, con il nostro metro di giudizio, non potremo mai capire come questi giovani decidano di morire a 30 anni. Riuscire a capire che cosa riesca ad affascinare questi ragazzi è impossibile. E ancora non abbiamo elementi per sapere se il killer di Nizza abbia reali connessioni con l’Isis”.
Sull’attentato e l’attentatore di Nizza, dice ancora Tiziana Ciavardini: “Mi pare strano sia un isolato, anche se è molto strano anche che un killer faccia trovare sul proprio telefono gli ultimi messaggi e i numeri che possano portare ad eventuali altri soggetti coinvolti. C’è davvero molto da scoprire, anche se bisogna capire se le autorità francese stanno cercando di tamponare in qualche maniera le notizie sulla mancata sicurezza. Se ne è parlato poco negli ultimi giorni, ma ci sono state troppe falle. Se io fossi francese la prima cosa che vorrei è che il Governo pensi a tutelarmi in ogni maniera”.