Ma quale razzismo, verrebbe da dire ascoltando la storia. Lui, il tassista gentile, si chiama Graziano. Lei è una signora nordafricana, una mamma, che si trovata in difficoltà. Roma, ma quale razzismo. Ecco la storia del tassista gentile. 

Roma, ma quale razzismo. Ecco la storia del tassista gentile. Si chiama Graziano,un suo gesto di qualche giorno fa gli è valso il soprannome di “tassista gentile”. Intervenendo su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano, nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, ha spiegato cosa è accaduto, rivelando che mai si sarebbe aspettato un clamore del genere.

Roma, ma quale razzismo. Ecco la storia del tassista gentile. Racconta Graziano: “Mi chiamano tutti il tassista gentile, ma quello che è fatto è un gesto all’ordine del giorno. Faccio il tassista da tanti anni, questi piccoli gesti sono quotidiani, solo che questa volta qualcuno ha notato quello che ho fatto. Mercoledì scorso ero a Stazione Ostiense, ho notato una signora, probabilmente nordafricana, con una bambina molto piccola. Era in difficoltà, si vedeva che aveva bisogno di un passaggio, faceva molto caldo, mi sono avvicinato a lei chiedendole se avesse bisogno d’aiuto. Mi ha spiegato che doveva arrivare in un posto dalle parti della Regione Lazio, ma che non aveva possibilità di pagarmi. Io l’ho convinta comunque a salire, l’ho aiutata a sistemare il passeggino in macchina e le bottiglie d’acqua che aveva con sé. Poi, una volta partiti, le è arrivata una telefonata e lei mi ha detto di lasciarla da un’altra parte, perché comunque la problematica che aveva non sarebbe riuscita a risolverla. Allora l’ho portata nella nuova destinazione che mi ha indicato, l’ho aiutata a scaricare il passeggino e le bottiglie d’acqua che si portava dietro e quando mi ha chiesto quanto dovesse darmi le ho detto che non volevo nulla e che con quei soldi che avrebbe dovuto darmi sarei stato ben felice se avesse regalato qualcosa alla sua bambina. Il colore della pelle nel mio gesto non c’entra nulla, questa signora era di colore, ma più volte mi è capitato di fare cose del genere anche con italiani. Noi tassisti siamo molto diversi rispetti a come ci dipingono. Ripeto, molte altre volte ho fatto gesti simili. Stavolta evidentemente qualcuno ha assistito al dialogo tra me e questa signora, ha messo tutto su Facebook e la storia è diventata di dominio pubblico”.