Vittorio Sgarbi ha annunciato su Facebook la sua prossima impresa. Riportare in Italia la Gioconda. Su Radio Cusano Campus Vittorio Sgarbi ha anche spiegato come intende fare: “Per riportare in Italia la Gioconda serve uno scambio alla pari con un’altra opera d’arte”, ha detto Sgarbi. Che poi è tornato a dire la sua sulle partite della Nazionale…
Vittorio Sgarbi prima di spiegare come intende riportare la Gioconda in Italia ha parlato d’altro. Sgarbi, infatti, ha confermato quanto detto qualche giorno fa nel corso della stessa trasmissione: “Confermo quanto detto, chi guarda le partite e in particolar modo la nazionale, anche se si è scatenata una grande indignazione. Mi ha chiamato uno, che dice che è il presidente dei giocatori azzurri, voleva sapere se io avessi detto quelle cose. Certo che le ho detto. Ora sono a Malta, durante Italia-Germania erano tutti raccolti davanti alla televisione, la prova della totale mancanza di spirito critico e di capacità. Uno si mette lì, vittima di questi che giocano, che poi possono determinare effetti di depressione e esaltazione. Non mi è dispiaciuto neanche un po’ che l’Italia sia uscita con la Germania, così questi frustrati masochisti soffrono. I rigori tirati da Pellè e Zaza? Se c’è una cosa che non si può sbagliare sono i rigori in quel modo, potrebbero tornare all’asilo invece di fare i campionati europei, gli italiani insorti con Pellè hanno ragione. Pellè non va confuso con Pelè. Sbagliare un rigore in quel modo è una cosa assurda. Comunque mentre vedo la gente intenta a guardare la partita dell’Italia, penso poveretti, quante scopate perdute. Le ragazze erano lì distratte, non guardavano la partita. Le donne, nella maggior parte, subiscono il tifo dei loro uomini. Il momento in cui un uomo guarda una partita di calcio, è il momento giusto per farlo cornuto. Il calcio ha determinato figli che non sono propri”.
Vittorio Sgarbi e il ritorno della Gioconda in Italia. Ecco qual è la strategia che Vittorio Sgarbi ha intenzione di seguire per riportare in Italia la Gioconda: “La riporterò in Italia attraverso una proposta di scambio di opere d’arte italiane che possano avere un potere attrattivo non inferiore alla Gioconda. Ho già pensato a qualcosa, tra Firenze, Urbino, Bologna, ci sono sicuramente delle opere che possono essere scambiate. L’unica possibilità per riportare in Italia un dipinto di questa importanza è proporre uno scambio alla pari. Ci possono essere opere in grado di competere con la Gioconda. I tempi? Dobbiamo valutare l’opportunità e le proposte da fare. Dai Bronzi Di Riace ai dipinti di Piero della Francesca, ai Dipinti di Raffaello, a Michelangelo, ci sono varie opere che possono essere scambiate. Il problema è giocare la partita di uno scambio alla pari. Sto partendo per Parigi, continuiamo a trattare, possono esserci tempi brevi, la cosa sarà veloce, cercheremo di avere risposte rapide“.
Per il professore Mario Alinei la Gioconda è il ritratto di una donna morta rappresentata come viva, con gli occhi aperti. Nel suo documentato lavoro: “Leonardo […] ci mostrerebbe una finzione doppia, totalmente diversa, ed anzi opposta a quella normale dell’arte: una morta che non viene rappresentata come tale, cioè come i tanti morti “finti”, cioè raffigurati come tali nelle opere d’arte, ma come “morte finta viva”. Si pensi ad, per esempio, alle innumerevoli raffigurazioni di Cristo morto. […]. Al contrario la Gioconda è, di fatto, due volte finta: finta in quanto opera d’arte, ma finta anche come morta che si finge viva. […]. Proprio come nel gioco di prestigio, in cui non siamo noi a vedere, ma qualcuno che ci fa vedere ciò che vuole. […]. La Gioconda ci appare, così, come una nuova e straordinaria interpretazione della Medusa che Leonardo disegnò da giovane, […] Una Medusa moderna ed eterna, […], ci fa prima sentire il profumo dell’amore, e poi ci conduce a sfiorare la morte lasciandoci, smarriti, sull’orlo di un abisso. (M. Alinei, Il sorriso della Gioconda, Il Mulino, Bologna, 2006, pp. 122-3)”. Forse la Gioconda conviene lasciarla lì dové. Cfr. ebook/kindle. Leonardo e Michelangelo: vita e opere. Grazie.