Brexit, i britannici hanno detto sì e tutto il mondo ora si interroga. Cosa succederà? Cosa produrrà Brexit nei delicati equilibri finanziari internazionali? Abbiamo chiesto un commento su Brexit al prof. Fabio Fortuna, economista, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi Niccolò Cusano.
La mattinata del post Brexit è caldissima. Fabio Fortuna, economista, professore, Magnifico Rettore dell’Università Niccolò Cusano, commenta a caldo il sorprendente esito di questo referendum: “E’ una brutta mattinata ma non è la fine del mondo. Questo dobbiamo dirlo perché ovviamente il panico è diffuso e la notizia è inaspettata, tutti i sondaggi degli ultimi giorni davano il remain in vantaggio, se voi ricordate c’era stato grande clamore sul fatto che l’inversione di tendenza fosse scattata in concomitanza con il drammatico omicidio di Jo Kox, e io più volte avevo sottolineato che non sarebbe stato quell’evento a determinare la vittoria o meno del remain. Ed è così vero che alla fine il remain ha perso. Forse non si è tenuta nella giusta considerazione l’idea che era maturata al di fuori di Londra. La Scozia era più favorevole al remain, anche l’Irlanda del Nord, ora vogliono andare via dalla Gran Bretagna per rimanere nell’Unione Europea”.
“Il voto su Brexit”, prosegue Fabio Fortuna, “E’ stato sorprendente, la differenza tra i vincitori e gli sconfitti è limitata e in questi intervalli così limitati lo spazio per gli errori è molto più elevato. Ha prevalso il malcontento che si è generato tra i ceti medio-bassi e nelle zone periferiche della Gran Bretagna. Le fasce medio-basse hanno votato per l’uscita, facendosi del male. Chi non ha gli strumenti per comprendere bene quali possono essere le conseguenze politiche di questo evento ha votato sull’onda del proprio malcontento, andando a danneggiare sé stesso. A pagare maggiormente saranno ancora i ceti medio-bassi”.
Spiega Fabio Fortuna, il rettore dell’Università Niccolò Cusano: “Brexit non è la fine del mondo, perché comunque si troveranno gli opportuni rimedi, anche se nel breve termine ci saranno forti turbolenze e instabilità. Adesso c’è il panico dilagante, ma non è l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea a poter determinare la fine del mondo. C’è da precisare, comunque, che nessuno è in grado di fare previsioni precise, perché questo è uno scenario unico nel suo genere, è la prima volta che si verifica che un Paese esce dall’Unione Europea. Non sappiamo cosa potrà accadere, ma questa non è la fine del mondo. Si troveranno delle soluzioni nel medio termine”.