Il tema di italiano è ormai una questione archiviata per gli oltre 500mila studenti italiani che in questi giorni stanno sostenendo il tour de force dell’esame di Stato. Pur mantenendo uno stato emotivo particolarmente instabile, i maturandi sembrano concordare sul fatto che, dopo l’ostacolo apparentemente insormontabile della prima prova, il resto dell’esame di maturità si svolge con meno pressione e più tranquillità. Radio Cusano campus ha affidato ad Open Day, il contenitore che approfondisce i temi della formazione e della scuola, il compito di rintracciare alcuni esaminati nelle ore immediatamente successive alla prova scritta di italiano.

Giada, Istituto Confalonieri-De Chirico: Giada, come è stata la tua notte prima degli esami?

“Sicuramente emozionate, non ho preso sonno facilmente e mi sono svegliata più di una volta. Ho pensato a tutto quello che sarebbe potuto succedere, alle tracce, all’eventualità di toppare la prova. Quando sono arrivata a scuola, la mattina dell’esame, la sola vista dei miei compagni mi ha tranquillizzata, ho pensato di essere in buona compagnia in fatto di ansia e preoccupazione e in quel momento ho capito che l’avremmo fatta, tutti insieme”.

Che traccia hai scelto e perché l’hai scelta?

“Ho scelto la Tipologia D, il tema di attualità che presentava come tematica da sviluppare il valore del confine con un estratto di “Significati del confine-I limiti naturali, storici e mentali”. L’ho scelta perché mi ha fatto venire voglia di scrivere, di spiegare alcune cose che avevo in mente da tempo circa i flussi migratori e di mettere in evidenza anche alcune perplessità”.

Ora la seconda prova. Ti spaventa o sei più tranquilla?

“In questo momento mi sento più rilassata, ho la sensazione che passata la paura del tema, che si porta dietro tanta ansia anche perché è la prova che apre l’esame, ora tutto si svolgerà più naturalmente”.

Mirko, Istituto Paolo Baffi: Mirko, cosa hai combinato la notte prima del tema di maturità?

“Ho provato a riposare e in parte ci sono riuscito. Ho ascoltato un po’ di musica, che è la mia grande passione e non mi sono fatto mancare nemmeno la mitica “Notte prima degli esami”. Ho ripassato, ho condiviso un po’ di ansia con gli amici, niente di sconvolgente comunque”.

La traccia che ti ha colpito e che poi hai svolto?

“Tipologia B, rapporto padre-figlio. Non facile da approfondire senza essere banali però ci ho provato. Credo di avere affrontato il tema nella maniera giusta, per la prima ora ho letto bene tutte le tracce senza prendere una decisione affrettata, poi ho cominciato e non mi sono più fermato. Credo di aver fatto un buon lavoro”.

Molti maturandi in questi giorni si lasciano andare ad un regime alimentare disordinato che non favorisce una buona performance intellettuale. Tu hai ecceduto in caffè, cioccolata o bevande energetiche?

“Forse ho esagerato con il caffè, per il resto non mi sono concesso stravizi, ho seguito il mio solito regime alimentare”.

Il cammino ora è in discesa o gli scritti nascondono sempre qualche insidia?

“ Non c’è da fidarsi nemmeno della seconda e della terza prova, però a livello emotivo mi sento meglio, penso che affronterò i giorni successivi come se fossero compiti in classe normali”.

Martina, Istituto Gelasio Caetani: Martina, sei uscita indenne dalla tua notte prima degli esami?

“Si, è stata una notte particolarmente emozionante ma sono riuscita a presentarmi all’esame abbastanza riposata. Ho cercato di non passare la notte sui libri nonostante le tante incertezze e la paura di fallire”.

Quando ti sei presentata davanti al cancello della tua scuola cosa hai provato?

“Un insieme di emozioni travolgenti e non tutte legate all’esame di maturità. Ho pensato che in questo posto sono venuta per 5 anni, ogni santa mattina e fra poco non ci tornerò più. In quanto ad emozioni e riflessioni non mi sono fatta mancare nulla”.

Che traccia hai scelto e perché?

“Ho scelto la Tipologia D, il tema di attualità sul valore del confine. Ho pensato subito alle stragi del Mediterraneo, a tutte quelle immagini che in questi mesi hanno riempito i telegiornali. Anche davanti alla tv mi hanno sempre toccata a livello emotivo e ho cercato di mettere quell’emozione a servizio della mia vena letteraria, se così possiamo chiamarla. Ci hanno chiesto di essere sinceri ma non banali, credo di aver svolto una buona prova”.