Pratiche urbane e processi di costruzione a basso costo e a basso impatto energetico. Se ne è discusso all’Università degli Studi “Niccolò Cusano” grazie all’evento strutturato ed organizzato dal Dipartimento di Ingegneria.

“Edilizia low cost/low tech”: questo il tema principale del seminario all’interno del quale è stata presentata l’architettura rurale tradizionale low-tech che caratterizza, nello specifico, la parte croata della Mitteleuropa e il suo sviluppo in una società ecologicamente ed economicamente sostenibile. Il paesaggio rurale della pianura pannonica è andato formandosi a partire dal 18° secolo e in questo contesto si è parlato della sua origine, della sua storia e del suo attuale stato, ponendo in evidenza come questo paesaggio tradizionale stia man mano scomparendo.

Ad illustrare gli elementi principali da porre in evidenza nella trattazione della tematica la prof.ssa Ilaria Caciotti, titolare della cattedra di “Scienza e tecnologia dei materiali” presso la Facoltà di Ingegneria dell’UniCusano:

«Il seminario dal titolo “Edilizia low cost/low tech” è stato organizzato con la collaborazione della prof.ssa Valitutti, che è docente di “Architettura tecnica e tecniche costruttive per l’edilizia sostenibile” presso il nostro ateneo. In questo appuntamento, che definisco di assoluto interesse scientifico, abbiamo avuto modo di vagliare differenti tecniche costruttive utilizzate principalmente sul territorio croato. Il coinvolgimento della Prof. Sanja Lončar-Vicković, del Dipartimento di Architettura dell’Università di Osijek, consegna all’evento una caratura internazionale da inquadrare all’interno del progetto Erasmus Plus, con gli studenti che hanno partecipato che avranno facoltà di lavorare ad una tesi di laurea proprio su queste tematiche e, chissà, magari ultimare l’elaborato dopo un’esperienza di studio proprio in Croazia».

Opposto alla graduale sparizione del paesaggio tradizionale, si è attivato un processo di sviluppo del turismo rurale e culturale, attualmente in corso in Croazia, che presenta una tendenza di ricostruzione e riabilitazione di aree del paese e la conseguente riconversione di case rurali a nuove funzioni.

La dott.ssa Sara Scagliotti, dell’Università La Sapienza di Roma, ha tenuto una relazione sui “Sistemi modulari di assemblaggio a secco: il pannello home done” all’interno del seminario “Edilizia low cost/low tech”:

«Nel mio intervento metto in luce le enormi potenzialità di questo pannello che definisco un fiore all’occhiello dell’industria low tech/low cost italiana. Si tratta di un pannello tutto italiano realizzato in EPS, armato con una rete interna di acciaio, che può essere utilizzato nell’architettura modulare attraverso una tecnologia comunemente definita a secco. Questo pannello presenta molteplici utilizzi, dalle partiture interne alle chiusure verticali e/o orizzontali. In ogni caso va considerata a tutti gli effetti una struttura portante. La sua eco sostenibilità risiede nei materiali di cui è composto, totalmente riciclati e riciclabili. Per ciò che riguarda il risparmio economico, le tecnologie a secco abbattono in maniera rilevante i costi di cantiere e i preventivi di spesa non possono presentare sorprese dell’ultimo minuto».

Il fine ultimo della ricostruzione e, in taluni casi della riconversione di aree rurali del paese, consente di percepire con maggiore consapevolezza quali siano i potenziali vantaggi dell’architettura tradizionale, che prevede l’utilizzo di materiali naturali e facilmente disponibili, così da comportare l’utilizzo della minor energia possibile per la produzione e il trasporto di materiale edile.