Forse il nome di Vhelade dice poco agli italiani ma il suo viso e, soprattutto, la sua voce sono ben chiari al pubblico televisivo. Perché la ragazza è stata per anni una delle cantanti degli show di Piero Chiambretti, da Markette fino al Chiambretti Night. Ora ha deciso di seguire a tempo pieno la passione per la musica e pubblica un interessante singolo dal titolo “Oro nero”. Ne parla al cantautore Bussoletti, ospite della sua trasmissione LINGUE A SONAGLI su Radio Cusano Campus. L’occasione è buona per affrontare anche altri argomenti.

Su Piero Chiambretti: “Quando ho iniziato a lavorare con lui nel 2004, mi scelse solo come comparsa e non mi faceva cantare. Io ho fatto un po’ la stronza perché gli sono andata sotto imponendomi e alla fine ha accettato di farmi cantare. Di suoi difetti ne potrei dire 30 ma la cosa più evidente è che è un perfezionista, che vuol dire rompipalle, ed è un maniaco del controllo. Non delega niente: dalle luci al colore delle scarpe delle comparse. Tutto questo però è un bene perché sono cose che ho fatto mie anch’io”.

Sulla canzone N.E.G.R.A. di Cecile: “Quando ho sentito questa canzone al Festival di Sanremo, mi ha fatto molto incazzare. Ci vogliono 500 anni per uscire dall’apartheid e poi arriva una cretina che ha una canzone del genere e si ritorna indietro. In un attimo si ritorna allo schiavismo. Portare in giro quel termine è una cosa orribile e poco intelligente. Essendo io nera, ho dovuto lottare tutta la vita per affermare il mio essere e non accetto questo modo di comunicare le cose”.

Su Ibiza come meta dello sballo: “Io non credo di aver mai trombato ad Ibiza! E’ un posto che conosco bene perché mia madre vive là in una casa ad impatto zero bellissima, immersa nel bosco, e la vedo più come una meta hippie che di sballo. E’ un’isola molto forte ma anche molto severa tanto che ho visto un sacco di gente finire male perché c’è un’energia che non perdona. Se sgarri, poi la paghi. La verità è che non è affatto quel posto promiscuo di cui si parla”.

Su Maccio Capotonda: “Ho recitato in “Italiano medio”, un film comico molto intelligente, dove facevo la giudice di un talent e mi chiamavo Grace Shapoo in onore delle shampiste. Maccio ci ha provato durante le riprese? Siamo stati insieme per tre anni e direi che abbiamo già dato. Adesso siamo praticamente fratelli e c’è un grande rispetto che va oltre a tutto”.

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Ascolta qua l’intervista integrale di LINGUE A SONAGLI
In onda su Radio Cusano Campus tutti i sabato alle 14 su 89.100 FM e in streaming e in podcast

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