E’ morto Muhammad Ali, per favore, risparmiateci ogni tipo di retorica. E’ morto Muhammad Ali, non venite a raccontarci che l’ultimo match gli è stato fatale. E’ morto Muhammad Ali, evitateci il classico coccodrillo precompilato, fatto di parole vuote e ipocrisia. Perché è morto l’uomo Muhammad Ali. Ma la leggenda che Muhammad Ali ha incarnato e incarnerà per sempre mai potrà essere intaccata dalla fine terrena del più grande sportivo di sempre.
Muhammad Ali è morto. Muhammad Ali lo vincerà ora il suo match più importante. Muhammad Ali metterà ko anche la morte. Semplicemente perché ciò che ha rappresentato, rappresenta e rappresenterà Muhammad Ali, è immortale. Il più grande pugile di tutti i tempi, senza troppe discussioni.
Ma non solo. Muhammad Ali, morto oggi all’età di 74 anni, è stato il più grande sportivo di tutti i tempi. Leggendario sul ring e fuori. Pronto a colpire con pugni d’acciaio e l’eleganza di un gazzella danzante, tanto gli avversari sul ring quanto i pregiudizi nella vita. Pronto a combattere per diventare e restare campione del mondo, pronto a lottare, ancora di più, per i diritti civili, l’uguaglianza e il rispetto delle minoranze.
Tanto è vero che parlare del Muhammad Ali pugile, oggi, sarebbe banale. Riduttivo, quasi offensivo. E’ morto Muhammad Ali, è morto lo sportivo che prima di ogni altro è riuscito a sfruttare la propria popolarità planetaria per veicolare messaggi in grado di andare ben oltre il ring.
Muhammad Alì, morto oggi all’età di 74 anni, fu questo: ”Non ho niente contro i Vietcong, loro non mi hanno mai chiamato negro…”. Quando era ancora Cassius Clay, si rivelò al mondo vincendo la medaglia d’oro a Roma alle Olimpiadi del 1960. Poi abbracciò l’Islam e per tutti divenne Muhammad Alì. Quando nel 1964 vinse il titolo mondiale contro Sonny Liston si ritrovò immediatamente nell’occhio del ciclone.
Muhammad Ali era consapevole della propria forza. Elegante e spaccone, non le mandava mai a dire, regalava spettacolo e spunti di riflessione, ha reso la boxe veramente una noble art, in grado di mandare messaggi sociali ancor prima che sportivi.
”I campioni non si fanno nelle palestre. I campioni si fanno con qualcosa che hanno nel loro profondo: un desiderio, un sogno, una visione” amava ripetere il più grande di tutti i tempi. Aveva ragione. Muhammad Ali è morto oggi, all’età di 74 anni. Ma è inutile dirgli addio. Muhammad Ali vivrà per sempre. Nel cuore di chiunque abbia voglia di combattere per non finire ko davanti a perbenismo e pregiudizi.
E’ morto Muhammad Ali: noi vogliamo ricordarlo così. Con i dieci ko più belli della sua carriera