Matteo Renzi è molto amato ma anche molto odiato. Di certo il Segretario Federale della Lega Nord non lascia indifferenti e se ne deve essere accorta anche l’editoria italiana. Recente, infatti, è la pubblicazione del suo libro “Secondo Matteo”. Ospite del cantautore Bussoletti nella sua trasmissione LINGUE A SONAGLI su RADIO CUSANO CAMPUS, ne ha ampiamente parlato non risparmiando l’ennesima stoccata a Matteo Renzi ma non solo.

Sul giornalista David Parenzo: “David Parenzo mi sta sulle palle? E’ un amico da tanti anni. Lo conosco da quando lavorava a Tele Lombardia e siamo usciti più di una volta a bere una cosa insieme. Penso che lui si atteggi ad essere buonista e di sinistra, amico dei rom e dei clandestini, ma non penso che lui ci creda fino in fondo ”.

Su Casa Vianello con Matteo Renzi: “Io e Matteo Renzi come in Casa Vianello? Grande serie tv. Al momento lui comanda e quindi è Raimondo che tiene la Gazzetta in mano ed io sono Sandra che ogni tanto scalcia. Verrà il tempo, però, in cui quel giornale lo terrò in mano io. Pensarmi in un lettone con Renzi, a dirla tutta, mi fa un po’ senso”.

Sulla bellezza della Boschi: “Fossi al bar come commenterei la Boschi? Non è il mio ideale. Lascio campo libero agli altri. Molto meglio la nostra Lucia Borgonzoni o Mara Carfagna. E nel Pd? E’ una bella donna Simona Bonafè che è un’europarlamentare mia collega Strasburgo. Ci sono delle belle donne. La Boschi, ripeto, non è il mio ideale”.

Confessioni di un Segretario Federale: “Confesso che non ho mai visto neanche un’edizione di Guerre Stellari e che ho saltato anche House of Cards di cui parla tutto il mio staff. La verità è che io amo Telemarket perché in quelle televendite spiegano benissimo l’arte. Vedo le loro televendite in tarda notte. Mi piace la storia dell’arte, la loro narrazione, ma non ho mai comprato perché non ho i soldi”.

Sulle polemiche legate a Gomorra: “Leggevo delle polemiche sulla serie Gomorra che potrebbe dare un volto affascinante alla Camorra ma sono evidentemente delle cazzate perché è una fiction che parla di reati e periferie e non un invito a diventare un criminale. Allora io, per imitazione, sarei potuto diventare Jeeg Robot d’acciaio o, meglio, Daitarn III”

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Ascolta qua l’intervista integrale di LINGUE A SONAGLI
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