Partire dal Folk per arrivare agli Elii. Viaggi strani ma anche fantastici. Viaggi intrapresi dai Trenincorsa che, dopo 10 anni di onorata carriera, si regalano una nuova sfavillante partenza con un album, “Barba e capelli” che vede Cesareo alla produzione e nomi come Davide Van de Sfroos tra i featuring. Guardiamo dal finestrino insieme a loro con questa bella intervista.

Che la collaborazione con Cesareo, e in modi più blandi, con gli altri Elii, sia un importante punto di partenza siamo tutti d’accordo. Com’è stato, però, l’arrivo dei Trenincorsa in quell’importante stazione che ancora non avevano visitato?
Direi che, con le dovute proporzioni, è partito tutto grazie a una sincera e reciproca stima personale. Con Cesareo ci conoscevamo già da un po’ e ora probabilmente era arrivato il momento di far succedere qualcosa. Poi ovviamente entrare in contatto con tutti gli Elii è stato unico ed emozionante… oltre che spassosissimo!

In un’epoca in cui le religioni possono anche uccidere, “Orapronobis” può essere la giusta preghiera di salvezza?
Speriamo! Non so se Davide Van de Sfroos l’abbia scritta con quest’intento ma da una mente come la sua ce lo si può aspettare. In ogni caso, possiamo dire anche qui che ci ha davvero lusingato il regalo che ha voluto farci, ci ha chiamato una mattina della scorsa estate per dirci che in mezzo a un po’ di suo materiale, riascoltando questo pezzo aveva pensato a noi… ed eccoci qui!

Ci raccontate una cazzata che ha detto Elio mentre registrava “Onderod”? Di solito in studio ne girano molte…
Ma come facciamo a raccontarne solo una su Elio? Impossibile… ahahah… ci siamo sbellicati anche solo assistendo a una merenda di tutti loro seduti al tavolo imbandito… sono dei fenomeni.

“Barba e capelli” è un titolo che si presta ad essere interpretato come la voglia di superare gli hipster. E’ una lettura possibile?
Sì, in generale è inteso proprio in questo senso ma anche e soprattutto riferendosi a noi e a tutte le novità presenti in questo disco… pur rimanendo riconoscibili nel profondo del nostro stile.

La tutela del dialetto lombardo ha due lati della medaglia. Da una parte è ben vista da personaggi come Dario Fo e vi fa onore. Da un’altra parte sembra un obiettivo di Matteo Salvini che tra l’altro ha pubblicato qualcosa di “religioso” anche lui col libro “Secondo Matteo”. Vi conoscete? Interagite?
Perché la “tutela del dialetto lombardo” dovrebbe essere “diversa” dalla tutela di altri dialetti? Secondo noi proprio per colpa di uno dei lati della medaglia di cui parlavi tu, questo è l’errore di alcuni personaggi. Se l’obiettivo è lodevole, i toni, gli atteggiamenti e, quindi, i mezzi volti alla tutela dei valori di un territorio sono del tutto fuori luogo. Ma questo è il nostro modestissimo parere.

Ecco le date del tour:
– 25 Giugno, Concerto a Voldomino – Luino (VA) per il Solidal FOLK
– 30 Giugno, Presentazione album a Balerna (CH)
– 01 Luglio, Concerto a Argovia (CH)
– 08 Luglio, Concerto a Lugano
– 15 Luglio, Concerto – Festa Privata
– 23 Luglio, Concerto a Dongio (CH)
– 28 Luglio, Concerto a Cugliate Fabiasco all’interno della manifestazione Vallinfesta