Vittorio Sgarbi e le donne. Il critico d’arte vanta una lunga serie di conquiste. Su Radio Cusano Campus ha svelato alcuni dei suoi metodi nell’approccio con l’altro sesso. Vittorio Sgarbi e le donne. Ecco le confessioni del critico d’arte. 

Prima di parlare del suo rapporto con le donne, Vittorio Sgarbi ha commentato le parole del Papa su chi ama gli animali: “Il Papa dice quello che io sostengo da sempre. C’è più rispetto per gli animali che per gli uomini. E’ chiaro che gli animali sono creature di Dio, ma l’uomo è fatto a immagine e somiglianza di Dio. Ci si preoccupa più di garantire gli animali che gli uomini. Ci sono dei casi inquietanti di esseri umani che vivono al limite di una assoluta mancanza di rispetto della loro dignità e per loro c’è una considerazione marginali. Sulla carta gli animalisti hanno ottime ragioni – prosegue Vittorio Sgarbi – nella realtà puntano la loro attenzione sugli animali distraendosi dagli uomini. Il Papa ha ragione”.
Vittorio Sgarbi, poi, ha parlato del suo rapporto con le donne: “Io voglio contatti fisici solo con fighe nuove. Sono la mia attrazione. La nuova ragazza che ho davanti a me io voglio mangiarla. Amo le donne mature, piacenti e attraenti. Ho una formidabile attenzione per la prossima. Non so neanche che sia, ma l’unica donna che mi interessa è la prossima. Appena la vedo inizio a mangiarla. Ci metto un po’ di olio, un po’ di sale e me la mangio, come Hannibal. Le donne – prosegue Vittorio Sgarbi – hanno una tecnica di respingimento psicologica, ma dopo una ventina di minuti smettono di resistermi. La donna vuole l’uomo esattamente come l’uomo vuole la donna, ma ha una sincronizzazione ritardata. Ci vuole un po’ di tempo per entrare in sintonia”.
Dopo aver parlato del suo rapporto con le donne, poi, Vittorio Sgarbi è tornato sul tema Roma. Secondo lui per la Capitale servirebbe un sindaco musulmano:” A Roma servirebbe un sindaco musulmano, perché musulmani non sono soltanto terroristi dell’Isis, ma persone che hanno rapporti con l’occidente molto completo e maturato. Come dimostra il musulmano che guida Londra. Uno straniero o un musulmano potrebbe guidare Roma meglio di un altro candidato Roma, perché la guarderebbe con il giusto distacco e si accorgerebbe, venendo da fuori, della sua grandezza. Chi guarda Roma con occhi diversi può comprendere quanto sia sublime l’urbe eterna”.