Stefania Giammetti, una romana scrittrice esordiente, pubblica nel 2015 il suo primo libro “Il labirinto Infernale: I mitici”, edito da Libromania.
Isolati in una realtà parallela all’odierna Roma, una comunità di Lari continua a vivere nella Villa dei Quintili lungo l’Appia Antica, dedicando la propria esistenza agli studi, lontano dagli indiscreti occhi umani. Durante una delle passeggiate della divinità Giunio un’antica leggenda sembra realizzarsi quando scorge fluttuare ai suoi piedi un interminabile filo colorato identico a quello collegato Lucrezia, una comune adolescente romana, che simboleggia un particolare legame non solo tra i due protagonisti, ma anche tra i due mondi, quello umano e quello divino.
Lucrezia è timida, insicura, timorosa e incapace di cavarsela da sola nelle situazioni per lei più ostiche; appassionata di equitazione, ha difficoltà a controllare il suo cavallo che spesso si imbizzarrisce galoppando senza freni per il maneggio dell’Appia Antica, inoltre non riesce a non sentirsi assalita dal panico durante le passeggiate nei posti affollati. La sua quotidianità è, tuttavia, destinata ad essere stravolta da una precisa missione, salvare il mondo dal Caos, che i demoni hanno intenzione di diffondere nei mondi, con l’aiuto dei Lari, Giunio Floria e Lucio nel labirinto infernale dell’oltretomba.
Stefania Giammetti, da sempre appassionata di lettura, dichiara ai microfoni di Open Day di aver scritto Il labirinto infernale in un particolare momento della sua vita scoprendo di riuscire, attraverso la stesura di un libro fantasy, a liberarsi delle sue grandi paure. Analogamente Lucrezia, che fin dall’inizio del romanzo dimostra non avere le caratteristiche dell’eroe, attraverso la sua più grande avventura, riesce a salvare coraggiosamente il mondo dal male e allo stesso tempo salvare se stessa dalle insicurezze che le impediscono di avere una vita normale.
Tra le storiche e affascinanti strade romane e l’oscuro regno degli Inferi, uomini e divinità si ritrovano a lottare assieme per salvare il mondo dai malvagi piani di Incubus, in un’avventura cinematografica che inevitabilmente coinvolge il lettore fino all’ultima pagina del libro, la cui lettura scorrevole è resa tale soprattutto da uno stile semplice e poco ricercato.
Camilla Miglio