Lo scorso 22 è uscito l’album “Generazione 0” di Gheri, cantautore che ha lavorato col produttore Luciano Luisi storico collaboratore di Ligabue. L’apripista di questo interessante lavoro è stato il singolo “Cuori randagi” ed ora è possibile godersi a pieno il talento di Gabriele Cancogni (questo il suo nome al secolo) in ben undici tracce. E’ anche possibile farlo leggendo come ha riposto alle nostre domande.

Cosa cambia tra la generazione X e la generazione 0?
Forse il contesto in cui viviamo. C’è da tanti anni la crisi e la storia ci ha messo davvero messo ai margini. Viviamo senza prospettive di sogni e senza speranze ma ci siamo abituati così. Ci siamo abituati a viaggiare a fari spenti. Io dico basta, riprendiamoci questo tempo. Sono pronto a scrivere un nuovo capitolo.

Cosa ti resta delle Alpi Apuane dove andavi da bambino?
Grandi ricordi e grandi amici che ancora frequento e insieme ai quali ho scoperto un territorio magico dove facevo trekking a cavallo, roccia e tutto quello che si può’ fare di bello lassù. Quando ero piccolo, c’era  una guida che aveva chitarra acustica. Io iniziai la mia storia con con musica così, imparando a suonare De Andrè.

New York, Dublino: com’è l’Italia vista dai “cuori randagi”?
E’ un paese in soffferenza che merita di più. Ci prendobo in giro e invece io vorrei che avessimo più rispetto.

Hai avuto a che fare con Vasco Rossi tramite Elmi e con Ligabue tramite Luisi. Differenze tra loro?
Sono due grandi artisti e comunicatori ma li ho solo sfiorati tramite i loro produttori per cui non sono in grado di rispondere a questa domanda.

Hai scritto per Zucchero. Conti in tasca, è redditizio?
No, sono onesto. Non mi sono di certo comprato una barca. E’ però un’esperienza immensa che ti forma. Zucchero è un gran lavoratore. Alle dieci di mattina è già in studio e non ne esce fino alle tre di notte,