La lunga storia dell’UniCusano Aurelia nuoto, 40 anni di sacrifici e successi che l’hanno portata ad essere società natatoria di riferimento sia a livello regionale che nazionale, per larga parta si è svolta all’interno di una delle sue sedi storiche: il centro sportivo Roma 70, sito su Via di Tor Bella Monaca, che sin dal 1974 si prefigge come obbiettivo principale la diffusione e la promozione dell’ educazione sportiva. Per conoscere meglio la realtà di questo polo natatorio Radio Cusano Campus ha sentito Massimiliano Laudani, direttore tecnico del settore nuoto della S.S.D. Sport Club Roma 70.
Massimiliano, il nuoto a Tor Bella Monaca riveste anche un ruolo sociale ma non sono mancati nemmeno i grandi atleti, che qui hanno mosso le prime bracciate.
“L’esempio più recente è quello di Alessia Filippi, una campionessa del mondo che è transitata per Tor Bella Monaca ed è cresciuta grazie al lavoro di Riccardo Pontani. Alessia però non è l’unica, nella nostra piscina hanno iniziato Martina Caramignoli e Marco Sommarita, per non parlare delle molteplici soddisfazioni che ci siamo tolti nell’ambito del nuoto per salvamento. Quotidianamente lavoriamo con i giovani e siamo alla continua ricerca di nuove Alessia Filippi”.
Da cosa capisci se un giovane ha la stoffa del campione?
“Lo si vede subito dal modo di stare in acqua, dalle sue capacità di galleggiamento e dalla sensazione di muoversi sulla superficie senza sforzo apparente. Queste sono le premesse, poi per diventare un campione la strada è lunga e faticosa al di là delle capacità innate che si posseggono”.
Torniamo al ruolo sociale che riveste il nuoto, in particolar modo a Tor Bella Monaca: che tipo di lavoro svolgi con i ragazzi del quartiere?
“L’impianto all’interno del quale ho la direzione tecnica del settore nuoto è un centro di riferimento per tutto il quadrante della città, una zona molto popolare di Roma, ricca di problemi ma anche di energia e risorse umane. Noi puntiamo alla crescita dei giovani ed utilizziamo il nuoto come elemento di aggregazione. La nostra disciplina passa in secondo piano, almeno all’inizio, in favore della bellezza dello stare insieme e fare gruppo. Il nostro successo sta nel tenere i ragazzi all’interno del centro, farli stare bene mentre praticano sport, poi se c’è qualcuno bravo andrà avanti ma questa valutazione è successiva. Chi non si afferma come grande atleta potrà comunque far parte del nostro staff, diventare un nostro istruttore”.
Alcuni studi certificano come i ragazzi pratichino volentieri lo sport fino a 12/13 anni per poi prendere drasticamente le distanze dall’attività motoria. Questo discorso vale anche per la piscina? Riscontri lo stesso fenomeno nel tuo impianto?
“Purtroppo quello che dici è vero ed è qui che si inserisce la nostra figura professionale. Noi allenatori abbiamo anche il dovere di far appassionare i ragazzi, di farli divertire, di coinvolgerli nella competizione giocosa, di non lasciarli andare insomma. Qui a Tor Bella Monaca cerchiamo il confronto continuo anche con le famiglie, per far capire loro come la partecipazione dei loro figli e la pratica dello sport sia molto più che attività fisica”.