Raccontare in prima persona un fatto non è un encomiabile approccio giornalistico ma ci prendiamo il rischio della situazione per dipingervi al meglio una notte nel Tramjazz. Perché certe esperienze hanno più peso se sono vissute e poi “tramandate” e lo sanno bene gli organizzatori dell’iniziativa che, invece di spendere soldi in pubblicità altisonanti, puntano forte sul passaparola. La nostra parola, che non è verbo ma solo un’opinione, è che il Tramjazz sia un ristorante che vale la pena frequentare. Perché? Vediamolo insieme.
Arrivi con la macchina a Piazza di Porta Maggiore entro le 21, ora in cui “salpa” il Tramjazz. Non male come scelta perché, in quella fascia oraria, si trova facilmente parcheggio nelle zone limitrofe consentendo a tutti di raggiungere la banchina anche con la propria automobile.
Appena entrati, il colpo d’occhio è notevole. E’ un tram ma è anche uno scorcio di Parigi incastonato nello splendore di Roma. I tavolini ben apparecchiati e le luci soffuse, infatti, fanno bistrot nostalgico mentre la vista fuori dai finestrini fa… Storia Antica (le maiuscole sono volute).
Lo schema dell’intrattenimento del Tramjazz, sia musicale che gastronomico, è molto simile a quello di alcuni matrimoni (e non è un difetto, sia chiaro): la musica c’è ma nelle giuste dosi, il tasso alcolico (se ne avete voglia) è elevato e il cibo non si sceglie ma è di grande qualità ed ha numerose portate. Non a caso, la cena è interamente a base di prodotti enogastronomici del Lazio a km. 0 ed è proposta dal ristornate “IL SAN MICHELE” di Serrone in provincia di Frosinone.
Prima della partenza c’è un ottimo quarto d’ora di grande jazz, a volume giusto (non troppo basso ma neanche da far sanguinare le orecchie) e con un repertorio classico ma non banale. A noi è capitato un ottimo quartetto formato da Walter Ricci alla voce, Daniele Cordisco alla chitarra, Antonio Caps all’Hammond (sì, un Hammond in un tram!) e il mattatore Gegé Munari alle percussioni (nel senso che percuoteva tutto, compresi i corrimani dell’abitacolo).
Parte il Tramjazz e partiamo a mangiare con prosecco e cruditè. Antipasti sfiziosi e via con ben due primi. Tutto è nelle giuste dosi ed è caldo. A pancia piena, davanti alle Belle Arti, un altro quarto d’ora di ottima musica.
Poi arriva il secondo (unico piatto non idoneo per i vegani) e un dessert che si gusta vicino al Colosseo dove c’è una pausa fisica. Alcuni scendono a fumare, altri a prendere ossigeno dopo l’ottimo ma super-abbondante vino che ti versano di continuo.
Si torna a casa sulla note di “Buonasera signorina”, avvinazzati e felici e con Roma negli occhi. Nel cuore, invece, c’è questa serata al Tramjazz che vale un costo medio più elevato della media. Musica, cibo buonissimo, passeggiata capitolina ed ottimi vini: diciamo che non è proprio un fast-food (con rispetto di quella categoria).
Ideale per una serata romantica ma anche per eventi in cui si può affittare un tram intero.
Tramjazz è un’iniziativa curata da Nunzia Fiorini, per la struttura BRECCE per l’arte contemporanea, in collaborazione con ATAC. È un progetto destinato a svilupparsi nel tempo, per diventare una iniziativa di riferimento nel panorama del jazz italiano contemporaneo.
L’ITINERARIO di Tramjazz
Piazza di Porta Maggiore – San Lorenzo – Regina Margherita – Galeno – Valle Giulia ( sosta ) – Santa Croce in Gerusalemme – San Giovanni – Colosseo ( sosta ) – Piramide – Piazza Vittorio – Piazza di Porta Maggiore. L’itinerario può subire variazioni a seguito della viabilità cittadina.
IL COSTO DEI BIGLIETTI di Tramjazz
Il costo del biglietto per i tavoli da 2 è di 74 euro + 6 di prevendita a persona.
Il costo del biglietto in sistemazione in tavolo da 4 è di euro 59 euro + 6 di prevendita a persona.
Il costo del biglietto comprende il concerto, il viaggio e la cena con bevande incluse.
Ecco un video che ben racconta cosa sia il Tramjazz