“Mafia Capitale”, il processo va avanti. A Radio Cusano Campus ha rilasciato una lunga intervista Giosuè Bruno Naso, legale di Massimo Carminati, considerato dalla procura il deus ex machina di “Mafia Capitale”.
Giosuè Bruno Naso, legale di Massimo Carminati, considerato dalla procura il massimo esponente di mafia capitale, ha commentato le ultime novità legate al processo: “La novità è quella che emersa sui giornali di ieri ed attiene all’ordinanza con cui il tribunale ha congelato i termini di custodia cautelare per tutto il dibattimento, il che vuol dire che li ha congelati almeno per un altro anno e mezzo, visto che al momento abbiamo un calendario che arriva a marzo 2017. La custodia cautelare che patiranno questi imputati è particolarmente pesante. Il processo era basato solo sulle telefonate ed è rimasto solo sulle telefonate. Pensate che non hanno ritenuto di dover interrogare le asserite persone offese dei reati di estorsione: per verificare se una persona è stata intimidita la devi interrogare, altrimenti come si fa a parlare di estorsione? Tutto il processo è rappresentato dal contenuto di intercettazioni telefoniche, che sono a valanga. Per questo- prosegue l’avvocato Naso, legale di Massimo Carminati, parlando del processo “mafia capitale”- io da subito ho rappresentato il bisogno di trascrivere subito le intercettazioni Ora bisogna aspettare tantissimo tempo, tutto questo sulla pelle degli imputati, che restano in carcere ad aspettare la trascrizione delle intercettazioni telefoniche senza poter aspirare all’attenuazione della misura cautelare almeno con gli arresti domiciliari”.
Mafia Capitale. Il processo va avanti. L’avvocato Naso, poi, ha chiarito quale sarebbe secondo Massimo Carminati la teoria del mondo di mezzo: ““Le cose sono totalmente diverse da quelle che sembrano. Si trattava di una telefonata a cui si è voluto erroneamente conferire un valore simbolico quale atto rappresentativo della filosofia di vita esistenziale che avrebbe ispirato questo gruppo di mezzo. In realtà, tutto si basa sulla interlocuzione di Massimo Carminati in un discorso che avveniva tra lui Brugia e Gaglianone in cui Brugia, con quel suo fare da spaccone molto pittoresco, raccontava che un suo conoscente, che si riteneva di non particolare affidabilità, gli aveva detto che aveva fornito ad un notissimo personaggio della televisione, mezzo etto di cocaina alla settimana. Lui a al personaggio molto in vista della tv. Allora, prendendo spunto da questa interlocuzione tra i due, Massimo Carminati si inserisce e dice a Brugia quella frase sul mondo di sopra e il mondo di sotto. Se togliamo questa frase dal contesto in cui è stata pronunciata, si stravolge il senso che si vuole dare a quella affermazione, a quella frase e a quel discorso. E’ evidente che se nessuno avesse fatto riferimento a quella asserita fornitura di cocaina al notissimo personaggio della tv, Massimo Carminati non avrebbe mai pronunciato quella frase”.
Mafia Capitale. Naso, avvocato di Massimo Carminati, aggiunge: “Purtroppo quello di mafia capitale è un processo a forte componente mediatica. Dal tribunale ci dovremmo aspettare un atto non dico di eroismo ma sicuramente di grande libertà individuale e collegiale, di grande autonomia di pensiero, perché ci vorrà del coraggio per assumere una decisione distonica rispetto alle attese e alle aspettative. Credo che questo tribunale il coraggio ce l’avrà. Le pressioni mediatiche, però, sono fortissime. Questo è un processo studiato a tavolino”.
Mafia capitale. L’avvocato Naso, legale di Massimo Carminati, ha poi tracciato un parallelismo tra la figura di Massimo Carminati e quella di Silvio Berlusconi: “Hanno rimproverato a Berlusconi, correttamente in molte occasioni, di farsi le leggi ad personam. Ma Berlusconi è ricorso alle leggi ad personam per difendersi dai processi ad personam. L’unica differenza è che Massimo Carminati non si può fare le leggi ad personam, però certamente è stato oggetto di un processo ad personam. Non hanno dato ancora una appagante e seria giustificazione al motivo per il quale dal 2011 Massimo Carminati è stato oggetto di intercettazioni telefoniche, pedinamenti e controlli massicci, solo perché si chiamava Massimo Carminati. Io non mi scandalizzo di questo, tutte le polizie dal mondo fanno così, però finché il sospetto e questo modo di comportarsi è della polizia è un conto, quando il costume della polizia diventa un costume della magistratura le cose cambiano, perché allora si restringono gli spazi di garanzia per la libertà del cittadino”
Ancora parlando del processo mafia capitale, l’avvocato Naso, legale di Massimo Carminati, ha dichiarato: “Alcuni testimoni quando appare Carminati in videoconferenza al processo dimenticano tutto all’improvviso? Questa è una balla, fatico io a riconoscere Carminati in videoconferenza. Carminati impegna un terzo della metà inferiore dello schermo, è impossibile che un testimone lo veda e si intimorisca”.