Referendum trivelle, Sartori: Italia già all’avanguardia su rinnovabili
Il dott. Nicolò Sartori, ricercatore presso il programma Sicurezza e Difesa dello IAI e il programma Energia dell’Istituto, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Il mondo è piccolo”, condotta da Fabio Stefanelli su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano, in merito al referendum sulle trivelle del 17 aprile.
“Il referendum –ha affermato Sartori- è uno strumento che può rivelarsi particolarmente rischioso quando si tratta di politica energetica. Guardiamo ad esempio i due referendum sul nucleare, che hanno fatto sì che il nostro Paese sia particolarmente dipendente da idrocarburi. E’ giusto da un lato dare la possibilità ai cittadini di potersi esprimere su materie che possono essere estremamente importanti dal punto di vista ambientale, ma dall’altro lato bisogna considerare che si tratta di materie strategiche che devono essere presentate in modo neutrale ed obiettivo nei quesiti referendari. La strategia energetica italiana è stata definita in modo ben chiaro nel 2013 dal ministero dello sviluppo economico”.
“La percezione comune -ha aggiunto Sartori- è che siamo ancora un Paese fortemente radicato sui fossili, che spesso tende a sottovalutare l’importanza delle rinnovabili, in realtà non è così. L’Italia è un Paese all’avanguardia per quanto riguarda la produzione di energie rinnovabili. E’ un’avanguardia che i cittadini italiani stanno pagando in modo caro, tramite bolletta energetica, con una serie di sussidi che in questi anni sono stati dati alle rinnovabili. Le rinnovabili diventeranno il motore energetico del futuro, però in modo progressivo. Ad oggi è impossibile pensare che l’economia italiana possa basarsi solo sulle rinnovabili. Quello che dovremmo combattere è l’utilizzo del carbone, mentre invece il gas naturale è il combustibile fossile di transito. Il tap e south stream sono due cose separate. L’obiettivo di tap è quello di diversificare fonti di approvvigionamento di gas. L’obiettivo si South Stream invece è quello di diversificare le rotte, ovvero portare il gas russo che era già presente nel mercato europeo, non più attraverso il transito ucraino, bensì attraverso una nuova condotta che avrebbe dovuto collegare la Russia alla Bulgaria. Questo era particolarmente importante per l’Italia perché questo gas sarebbe arrivato nel nord Italia attraversando i Balcani. E’ stato proposto il raddoppio dell’attuale condotta sul Mar Baltico che collega Russia e Germania, chiamato North stream. Questo rappresenterebbe un problema dell’Italia che è un grande consumatore di gas e il fatto che tutto il gas importato dalla Russia in Europa dopo il 2019 arrivi in Germania creerebbe un grosso vantaggio competitivo sul prezzo alla Germania, creando uno svantaggio al nostro settore industriale”.