Dopo il sanguinoso assalto alla sede dell’Onu di Mazar-i-Sharif, con decine di vittime, scontri si sono verificati a Kandahar, nel sud del Paese. A scatenare la reazione, il rogo del testo sacro per l’Islam da parte di un predicatore americano
Ancora morti, ancora scontri. Non cessano le proteste contro il rogo di un Corano da parte di un predicatore americano.
Dopo il sanguinoso assalto alla sede Onu di Mazar-i-Sharif che ha provocato decine di vittime, altri quattro afghani sono rimasti uccisi e 32 feriti, stavolta a Kandahar, nel sud dell’Afghanistan.
Alla manifestazione hanno partecipato 2 mila persone. La polizia ha sparato in aria per disperdere la folla che tentava di marciare verso la sede dell’Onu nell’ex roccaforte dei talebani.
Un altro gruppo di manifestanti è stato bloccato mentre tentava di raggiungere l’ufficio del governatore provinciale.
Le proteste sono dirette contro il pastore della Florida Wayne Sapp che il 21 marzo aveva bruciato pubblicamente una copia del Corano.
Redazione Le Novae/ft