Il Dott. Francesco Brunello Zanitti, direttore scientifico dell’Isag (Istituto Alti Studi in Geopolitica e Scienze ausiliari) è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Il mondo è piccolo”, condotta da Fabio Stefanelli su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano, in merito all’attentato sulla spiaggia di Grand-Bassam in Costa d’Avorio, rivendicato da Al Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi).
“L’elemento maggiormente problematico che riguarda l’ultimo attentato in Costa d’Avorio -ha affermato Zanitti- è il fatto che i terroristi sono in grado di colpire un Paese relativamente e stabile e con un sistema politico apparentemente solido come la Costa d’Avorio. Questo rafforza l’idea che i terroristi possono colpire gli alleati e gli interessi occidentali, ovunque. Non c’è solamente Aqmi, che opera in Costa d’Avorio ed è stata artefice di attentati anche in Burkina Faso e in Mali, c’è Boko Haram in Nigeria e c’è l’Isis, che comunque in quest’area dell’Africa occidentale sembra meno presente rispetto ai gruppi citati in precedenza”.
“Bisogna differenziare l’elemento culturale locale, evitando di collegare l’Islam in Africa con quello che c’è nei Paesi arabi, o in India -ha spiegato Zanitti-. L’elemento culturale africano ha influenzato l’Islam che c’è in questi territori. L’estremismo islamico che si è andato ad espandere negli ultimi tempi si collega a delle problematiche sociali che sono presenti in questi Paesi, legati a povertà e diseguaglianze dal punto di vista economico che spingono soprattutto i giovani ad avvicinarsi ai terroristi. Per quanto riguarda il caso dell’Africa occidentale, è interessante notare il fatto che in genere il terrorismo non si radica in pochi Paesi, ma in molti stati ultimamente, perchè i confini sono molto labili e attraversabili facilmente da questi gruppi. Inoltre queste aree sono dedite a numerosi traffici illeciti, sia di esseri umani sia di droga. Quindi i gruppi terroristi si stanziano in questi territori per interessi economici, perchè è più semplice guadagnare. Il maggior problema per il futuro di questi Paesi è rappresentato dalla perdita di legittimità degli stati a favore di questi gruppi terroristici. Un intervento militare diretto da parte dell’Occidente non basta, serve una politica diversa che non si leghi al semplice discorso dello scontro tra civiltà”.
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