Vincenzo D’Anna, senatore di ALA, è intervenuto su Radio Cusano Campus, per parlare delle primarie e delle polemiche successive alle votazioni di Napoli e per tornare sul caso Cosentino.
D’Anna ha detto la sua sulle polemiche che stanno seguendo le elezioni primarie andate in scena a Napoli: “Il Fatto Quotidiano e qualche altro giornale, non ha bisogno di elementi per fare i titoli. Ormai i titoli sono sempre gli stessi. Di volta in volta, poi, ci si inventa qualcosa per dare contenuto a un titolo che viene preconfezionato. La polemica sulle primarie di Napoli non sta né in cielo né in terra. L’unica finalità è colpire il presidente del consiglio. I soggetti ripresi da fanpage erano due fratelli, un fratello dava 10 a un altro fratello. Che poi innanzi ai seggi ci sia qualcuno che dice a qualcun altro come votare è una prassi del tutto innocua. La verità è che Bassolino ha perso per uno scarto minimo e ora si appiglia a tutto”.
D’Anna, poi, è tornato sulla questione Cosentino: “Qualche tempo fa si parlava di un sit in da organizzare contro la sua carcerazione preventiva, che va avanti da 900 giorni, ma i suoi avvocati e i suoi familiari sono contrari e questo ha il sopravvento su ogni altra considerazione. L’altro ieri, però, Cosentino ha avuto dal tribunale che da 4 anni lo processa un provvedimento di scarcerazione, ma è costretto a restare in carcere perché è pendente l’altra questione, quella che ha portato al secondo arresto, che riguarda l’autorizzazione all’apertura di un distributore di benzina. Cosentino, per questo, continua a marcire in galera, anche se aveva diritto, secondo le leggi vigenti all’epoca, ad aprire questo distributore. Cosentino come Tortora? Un paragone affatto esagerato. Al di là dei fatti processuali, nei quali io non entro, anche perché nutro grande rispetto per i magistrati, in questo caso specifico, c’è da stigmatizzare la barbarie di centinaia e centinaia di giorni di carcerazione preventiva per un uomo incensurato. E’ un perseguitato in quanto politico, non perché sono emerse delle prove fattuali. Il teorema dei pubblici ministeri si basa sulle dichiarazioni di alcuni pentiti che parlano per sentito dire. Per parlare di Cosentino, si può scomodare il caso Dreyfus, di cui scrisse Zolà. Lui fu carcerato e condannato perché ebreo, Cosentino è stato carcerato, e temo che in primo grado verrà anche condannato, perché politico, capro espiatorio di una stagione politica che in Campania ha ribaltato la sinistra, scomodando molti ambienti politicizzati della magistratura e della procura di Napoli“.