Alfonso Sabella, ex assessore alla legalità di Roma Capitale, è intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Alfonso Sabella ha ripercorso alcuni passaggi della sua avventura romana: “Non ho avuto tutto  il tempo di cui avrei avuto bisogno, anzi. Appena sono arrivato nella Giunta Capitolina mi sono reso conto che il tempo doveva essere molto diverso. Le questioni che ho trovato a Roma si sono formate nel corso di decenni, non erano collegate nè all’ultima, nè alla penultima nè alla terzultima amministrazione. Uno dei problemi di Roma è il fancazzismo di alcuni romani e di alcuni dirigenti. C’è la logica che io ho ribattezzato dell’ad culum parandum. Obiettivamente, quello che ho trovato non sempre sono burocrati corrotti, ma gente che non aveva voglia di lavorare o che non era in grado di fare il proprio mestiere, con dirigenti e funzionari non al livello della Capitale. La classe dirigente che ho trovato io non è all’altezza. Anche se, questo devo dirlo, ci sono anche delle eccezioni. C’è anche tanta gente che dà l’anima. Roma è invasa dalla corruzione, è invasa da persone che vogliono mettere al primo posto l’interesse privato rispetto all’interesse pubblico”.
Alfonso Sabella è tornato anche sul suo rapporto con il Movimento Cinque Stelle: “Il mio rapporto con il movimento cinque stelle è stato ottimo nella prima fase del mio lavoro in Campidoglio. Ho sentito le loro rimostranze, si era fatto poco sul tema della legalità, ho cercato di fare quello che chiedevano e che, ovviamente, anche io condividevo. Poi, su Ostia, ci sono stati dei malintesi, perché secondo me a Ostia il Movimento ha preso fischi per fiaschi ed ha scambiato i buoni per i cattivi. Questa è la mia valutazione. Da chi sarà chiamato a governare Roma mi aspetto capacità e competenza. L’onestà non la cito nemmeno perché la considero necessaria a prescindere”.
E’ più facile trovare un mafioso che estirpare la corruzione, dice Alfonso Sabella: “Sono stato criticato quando ho detto che arrestare Brusca e Bagarella era stata una passeggiata di salute rispetto a mettere le mani nella macchina burocratica di Roma, ma ho detto la pura verità. E’ molto più complicato il lavoro che mi sono trovato a fare a Roma, perché a Palermo cercavo i mafiosi sapendo chi fossero, a Roma non sai mai chi hai davanti”.
Qualcuno, racconta Alfonso Sabella, ha provato a corromperlo: “Come funziona il meccanismo corruttivo a Roma? Iniziano ad invitarti, alle terrazze, ai salotti, alle cene, al ristorante vip. Io grazie a Dio non ci sono mai andato, ma di inviti ne sono arrivati molti. Qualcuno sarà stato in buonafede, ma sono sicuro che qualcuno particolarmente interessato c’era. Quando si iniziò a ventilare il mio lavoro a Ostia, non vi dico quanti inviti sono arrivati per andare a mangiare il pesce in uno degli stabilimenti balneari. Per fortuna vengo dalla Sicilia e so cucinare…”.