Un “Uomo dalle molte, splendide sfaccettature… insegna, studia, scrive, legge, parla, ascolta” viene così definito l’autore di questo manuale motivazionale dal signor Webster, finalizzato ad illustrare la bellezza della vita ai suoi lettori.

Buscaglia, per numerosi anni ha insegnato ai suoi studenti una disciplina singolare e a mio parere difficilmente esprimibile a parole: l’amore. L’autore ritiene che definire un concetto così vasto sia limitativo, ma riporta una sublime affermazione: “Forse l’amore è il processo che ti riconduce dolcemente a te stesso. Non a ciò che io voglio tu sia, ma a ciò che sei.” (Antoine de Saint-Exupéry), in una realtà dove la società e la famiglia tentano di renderci come loro vogliono e a cui noi generalmente finiamo per adattarci.

Si pensi a come un normale nucleo familiare venga stravolto d’innanzi la presa di coscienza che il proprio figlio sia imperfetto. Ciò accade perché ogni uomo crea un proprio modello di perfezione e si è assuefatti dall’idea di far coincidere le persone che ci circondano con la nostra idea di perfezione, convincendoci della sua assolutezza. A tal proposito vorrei riportare un episodio del libro di una famiglia in cui nasce un bambino che pian piano si rivela avere una grave incapacità di apprendere e un’elevata difficoltà a leggere. Dopo 16 anni il ragazzo non riesce ancora a leggere correttamente, ma i suoi genitori insistono affinché impari a farlo, dato che “tutti quanti devono saper leggere”. L’errore, in buona fede, di questi genitori è stato probabilmente, quello di non aver tenuto conto di cosa fosse stato veramente importante o essenziale per il ragazzo e quindi per il suo benessere psico-fisico. Infatti, in età adulta sarà rinchiuso in un istituto.

Una domanda, a questo punto, mi sorge spontanea: Siamo veramente ciò che siamo? O siamo <solamente> ciò che dicono che siamo? La cosa interessante è, tuttavia, l’impossibilità di perdere definitivamente di vista se stessi, e quando sentiamo dentro di noi una vocina dirci “ci sono ancora! Cercami! Condividimi” cominceremo a scoprire cosa sia davvero l’essenziale, che risiede esclusivamente dentro di noi. E’ sicuramente una ricerca difficile e oscura, ma nessun’altro può fornirci le risposte di cui necessitiamo perché ognuno ha la propria strada e non possiamo neppure pensare di far le valigie e fuggire da noi stessi in quanto i nostri problemi ci seguiranno ovunque.

Lo scopo del corso di Buscaglia era quello di strappare gli uomini dalla loro apatia e far loro ritrovare la spontaneità perduta: toccarsi, abbracciarsi, sorridersi e vivere in una società dove, pur trascorrendo tanto tempo insieme moriamo tutti di solitudine. Viviamo in funzione del domani, perdendo di vista l’ora, dimenticando che non siamo consapevoli neppure di cosa potrebbe accaderci tra un momento. E’ dunque essenziale abbracciare la vita , ora , non piangendo su passato che ormai è finito, non portando rancori, ma vivendo il presente senza rimpianti. A tal proposito cito un’anonima poesia che mi ha particolarmente colpita:

Ricordi il giorno che presi a prestito la tua macchina nuova e l’ammaccai?
Credevo che mi avresti uccisa, ma tu non l’hai fatto.
E ricordi quella volta che ti trascinai alla spiaggia, e tu dicevi che sarebbe piovuto, e piovve?
Credevo che avresti esclamato: “Te l’avevo detto!”. Ma tu non l’hai fatto.
Ricordi quella volta che civettavo con tutti per farti ingelosire, e ti eri ingelosito?
Credevo che mi avresti lasciata, ma tu non l’hai fatto.
Ricordi quella volta che rovesciai la torta di fragole sul tappetino della tua macchina?
Credevo che mi avresti picchiata, ma tu non l’hai fatto.
E ricordi quella volta che dimenticai di dirti che la festa era in abito da sera e ti presentasti in jeans?
Credevo che mi avresti mollata, ma tu non l’hai fatto.
Sì, ci sono tante cose che non hai fatto.

Ma avevi pazienza con me, e mi amavi, e mi proteggevi.
C’erano tante cose che volevo farmi perdonare quando tu saresti tornato dal Vietnam. Ma tu non l’hai fatto.

Ho letto in passato numerosi libri motivazionali e ritengo possano insegnare al lettore a guardare le cose secondo una nuova prospettiva sconosciuta. Buscaglia attraverso la sua opera descrive accuratamente l’atteggiamento mentale che ognuno di noi dovrebbe assumere d’innanzi a determinati eventi e situazioni che si presentano nella nostra vita, tuttavia come egli stesso scrive nel suo romanzo le risposte sono solo in noi stessi e non è un libro a cambiare la persona. Di conseguenza a ciò, solo le varie esperienze vissute nel corso della vita possono portare l’uomo ad evolvere il suo pensiero, raggiungendo l’ autoconsapevolezza.

Camilla Miglio