Unoni civili, Monica Cirinnà è complessivamente soddisfatta, anche se aggiunge: “C’è ancora molto da fare”. Il voto che si dà Monica Cirinnà per quanto concerne la legge sulle unioni civili, però, è sufficiente: “Direi un 6.5, questa sulle unioni civili è una buona legge anche se monca”.
Monica Cirinnà, la senatrice del partito democratico relatrice del ddl legato alle Unioni Civili, è intervenuta questa mattina su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso di ECG Regione, il programma condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Monica Cirinnà, il giorno dopo la fiducia votata al Senato sulla legge legata alle unioni civili, è soddisfatta: “Il mio risveglio stamattina è stato all’alba ed è stato quello di una persona che si è impegnata per i diritti in questo Paese. Siamo a metà della rampa di scale, per arrivare in cima dobbiamo modificare la legge sulle adozioni, modificare la legge sul matrimonio, perché la fedeltà ormai è anacronistica, non può essere imposta per legge ma una scelta etica che ognuno fa verso la persona che ama. La frase in cui dissi che avrei tolto il mio nome? L’ho detta perché ci credo. Io faccio politica per passione, non ho bisogno di stare in Parlamento per campare. Io ho detto che una legge porcata non avrebbe avuto il mio nome, ma questa è una buona legge. E’ monca, ma è il primo passo. Ci sono tutti i diritti che hanno i coniugi”.
Da Monica Cirinnà, due istantanee legate agli ultimi quindici giorni in cui molto si è discusso a proposito di questa legge sulle unioni civili: “Quella da dimenticare sicuramente quello che è accaduto martedì sedici febbraio in aula, quando i colleghi di M5S, usando un metodo stalinista, facendolo dire proprio al Alberto Airola, dissero che non avrebbero votato l’articolo premissivo. Lì ho visto crollare il modo per salvare la legge. Questa è l’istantanea più brutta. Quella più bella, invece, è con il senatore Lo Giudice, Lumia, Zanda, Boschi e Orlando, quando abbiamo chiuso l’accordo per portare la legge in aula col voto di fiducia. Renzi ha avuto un grande coraggio. Per salvare questa legge ha messo a rischio la permanenza e la vita del Governo”.
In conclusione, Monica Cirinnà, svela quale voto si darebbe per il lavoro sulla legge per le unioni civili: “Mi accontento di un sei, di un sei e mezzo. Quando sei in trincea va così. Un vecchio proverbio dice che quando due elefanti litigano in mezzo finisce sempre il prato. In questo caso io ero il prato. Sono parzialmente soddisfatta, andiamo avanti. Un sei e mezzo che può crescere in futuro, intanto non siamo rimandati a settembre. Già ai primi di luglio le prime coppie potranno celebrare le proprie unioni civili, lanceremo il rito, faremo delle belle feste, dei bei banchetti”.