Marco Stanzani è un nome che dice poco alla gente comune mentre, tra gli addetti ai lavori del mondo della musica, è considerato un guru. Basterebbe dire che è stato quello che ha lanciato Cesare Cremonini e i Lunapop col disco “Squerez” ma, in realtà, è stato anche il promoter di gente come Anna Oxa, i Modà, i Pooh e Pino Daniele. Ha da poco scritto un libro sulle memoria di una professione così importante ma anche così nell’ombra, “Artisti di spalle”. Ce ne ha parlato ai microfoni di LINGUE A SONAGLI, su Radio Cusano Campus, non lesinando aneddoti e giudizi sull’ultimo Festival di Sanremo.
Sulla nascita dei Lunapop: “Nel 1997 suonò al videocitofono del mio ufficio un certo Cesare Cremonini dei Senza Filtro ed io lo rinviai al pomeriggio perché avevo troppo da fare. Per fortuna tornò, con addosso dei Ray Ban che facevano provincia, e mi fece sentire due o tre pezzi che proposi al mio socio di allora Walter Mameli. Mameli è ancora il suo produttore e le cose sono andate alla grande. Cesare l’aveva presa subito seriamente tanto che faceva sega tutte le mattine e di studiare non aveva più voglia. Allora io, disperato, per fargli fare qualcosa, lo misi davanti allo specchio a replicare le mosse di Freddie Mercury con una telecamera che lo riprendeva. Ecco perché fin dai primi concerti sembrò un animale da palcoscenico… aveva studiato tanto”.
Svelato il mistero dell’ingresso di Ballo nei Lunapop: “Il bassista originale dei Lunapop era Andrea Furlanetto, il figlio di Furla… quello delle borse nel mondo. Quando Fiorello ci invitò al Festivalbar, e la cosa quindi si fece più grossa, i suoi genitori andarono in crisi. Il padre mi disse chiaramente che non aveva ancora deciso se, dopo la laurea, il figlio avrebbe gestito la sede di Sydney o di New York ma quel che era certo è che non avrebbe fatto il musicista. Nicola Balestri, amico dei ragazzi, si trovò al posto giusto al momento giusto. Gli facemmo un provino e passò”.
Sul salvataggio di Kekko dei Modà: “Kekko era molto depresso perché, in quel periodo, le radio non volevano saperne mezza di suonarlo. Suo padre approfittò di una doccia del figlio per chiamarmi di nascosto dal suo cellulare. Era preoccupato, il figlio pensava di smettere e lui non sapeva se assecondarlo o meno. Io, invece, lo spinsi ad incentivarlo nella musica perché credevo che scrivesse benissimo e alla fine, poco dopo, è arrivato il successo nazionale”.
Sulle colpe dei network radiofonici italiani: “La radio non è più presente nella vita dei giovani come era negli anni passati. I ragazzi ascoltano musica su Spotify e Youtube e il wall di Facebook informa sull’attualità più dei giornali. Ecco perché la radio si limita a cavalcare ciò che già funziona e lo consacra. Uno degli ultimi tormentoni è stato il Pulcino Pio e questo dice molto. Pensiamo anche che i giovani su cui scommettono sono quelli dei talent che proprio nuovi non sono”.
Sull’ultimo Festival di Sanremo: “Ho trovato deludente la vocalità di tutti all’ultimo Sanremo. Neffa, Gaetano Curreri degli Stadio, Patty Pravo e Morgan in particolare. Se si sentono i dischi si scoprono non poche differenze”
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Ascolta qua l’intervista integrale di LINGUE A SONAGLI
In onda su Radio Cusano Campus tutti i sabato alle 14 su 89.100 FM e in streaming e in podcast
Scusate, ma rileggendo il libro scritto da Cesare Cremonini in persona non ho trovato riscontri a queste affermazioni. Non vorrei che sia un po’ di mitomania esuberante. Io se fossi nelle persone da lui citate impropriamente mi incazzerei per violazione della privacy. Vabbè…
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