Berlusconi spiato? Deborah Bergamini, deputata e responsabile della comunicazione di Forza Italia, intervenuta questa mattina su Radio Cusano Campus, non è sorpresa, ma decisamente amareggiata. Un Berlusconi spiato, in sintesi, se lo immaginava. Ma Deborah Bergamini si dice rammaricata, perché ormai non sono più chiari i meccanismi e i confini all’interno dei quali un popolo, in questo caso quello italiano, può dirsi sovrano.
“Berlusconi spiato? Sono rammaricata, ma non stupita”, ha spiegato Deborah Bergamini, prima di aggiungere che “in passato avevamo avuto elementi che ci avevano fatto immaginare che ci potessero essere conversazioni di Presidenti del Consiglio europei e altri atti ascoltati e spiati. C’è però grande rammarico, perché si tratta di comportamenti che non sono compatibili in un corretto rapporto tra paesi alleati, e degli Stati Uniti l’Italia penso sia sempre stato il migliore alleato, tra i paesi europei. Lo scenario di un Berlusconi spiato svelato ieri ci conferma ancora una volta che l’ultimo governo eletto dal popolo italiano, ormai nel 2008, e cioè il governo Berlusconi, è stato abbattuto, buttato giù, al di fuori del normale rispetto delle regole democratiche e della sovranità nazionale di un paese”.
La reazione del Governo, su questo fronte, è guardata da molti con diverso scetticismo. Davanti alla certezza di un Berlusconi spiato, forse, serviva un sussulto più vigoroso. Deborah Bergamini non si nasconde: “La reazione di Renzi è un atto dovuto, convocare l’ambasciatore americani in questi casi è prassi. Quello che a noi interessa è che il governo Renzi dia ben altri segnali. Da anni chiediamo che venga istituita una commissione di inchiesta parlamentare che faccia luce sui drammatici eventi che portarono alla caduta del governo Berlusconi nel 2011. Sembra che a nessuno interessi capire davvero che cosa accadde, quando ormai abbiamo ovunque elementi che dimostrano che ci fu una congiura che mirava chiaramente a sostituire il governo Berlusconi. Bisogna capire quali siano davvero i meccanismi all’interno dei quali un popolo può dirsi sovrano”.