Si pensa che ne fossero affetti Aristotele, Alessandro il Grande, Giulio Cesare, Dante, Edgar Alan Poe e molti altri. E’ l’Epilessia, patologia che ancora oggi è segnata da un forte stigma sociale verso le persone che ne soffrono. Anche per questo si è celebrata pochi giorni fa la Giornata Mondiale dell’Epilessia. Momento di sensibilizzazione e di conoscenza nei confronti di una malattia che vede, nei due terzi dei casi, vittime i bambini entro i 12 anni. Anche di questo ha parlato il Dott. Giuseppe Capovilla, Presidente LICE, Lega Italiana Contro L’epilessia e Direttore del Centro Epilessia di Mantova, intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, la radio dell’Università Niccolò Cusano, durante la diretta di Genetica Oggi.
Presidente cos’è l’epilessia?
L’epilessia è una malattia del sistema nervoso che provoca una scarica improvvisa di segnali elettrici nel cervello che, a loro volta, scatenano le convulsioni. Per Epilessia si intende il ricorrere delle crisi epilettiche. Questo serve a far capire meglio la patologia. Circa una persona su dieci presenta una crisi epilettica nel corso della vita ma chi sviluppa un’epilessia vera e propria sono molti meno. Questo perché la patologa è data dal ricorrere delle crisi epilettiche. Diciamo che in Italia ci sono poco meno di mezzo milione di persone che hanno un’epilessia attiva e sono molte di più quelle che hanno avuto una sola crisi epilettica nel corso della vita.
Come si fa diagnosi di Epilessia?
La diagnosi parte dalla clinica. Dobbiamo fare un’accuratissima raccolta di sintomi perché poi ci sono molte situazioni che assomigliano all’epilessia, ma non lo sono, sono quelle che definiamo “manifestazioni parossistiche non epilettiche”. E’ molto importante evitare l’errore e per questo la cosa fondamentale è la clinica. Successivamente vengono fatti degli esami su come funziona il cervello. Fra questi uno dei principali è l’elettroencefalogramma (EEG). In caso di conferma la scelta cade sulla Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) che è l’esame di elezione per svelare le possibili cause strutturali dell’epilessia.
Quali i nuovi trattamenti farmacologici?
Ci sono nuovi farmaci che hanno un duplice scopo: Il primo è quello di provare delle molecole che siano meglio tollerate, spesso i vecchi farmaci antiepilettici, seppur funzionanti, davano eventi avversi difficilmente sopportabili. Il secondo scopo è quello di cercare dei farmaci che abbiano un meccanismo d’azione differente e che quindi possano funzionare li dove altri non hanno funzionato. Negli ultimi due anni anche in Italia sono stati introdotti in commercio due nuovi farmaci ed altri ne seguiranno in futuro.
La Giornata Mondiale sull’Epilessia può contribuire all’abbattimento del pregiudizio che grava sui pazienti epilettici?
Sicuramente si. Lo stigma sociale è dovuto soprattutto alla condizione stessa che, vista la natura improvvisa della crisi, spaventa le persone. Si ha forte la sensazione di impotenza davanti ad una crisi epilettica. Certo i pregiudizi ci sono e continuano ad esserci. La Lice stessa ha evidenziato tutto questo grazie a delle indagini Doxa. La giornata mondiale guarda anche a questo. Fare informazioni in ambiti come quello della scuola o dello sport, settori in cui le persone con epilessia fanno fatica ad essere inserite.