Guido Bertolaso ci crede. Intervenendo stamattina su Radio Cusano Campus il candidato sindaco di Roma per il centrodestra dichiara che non lo fanno parlare di politica perché lo temono e rivendica, con una frase tipica del dialetto romano, il suo essere uomo del fare: “Basta chiacchiere, damose da fa”.
“Era prevedibile –ha dichiarato Guido Bertolaso- che ci fossero reazioni negative, che senza dubbio denotano grande nervosismo e preoccupazione. Ma io sono abituato a ben altro. Ho preso la decisione di candidarmi quando è uscito un comunicato stampa congiunto dei 3 leader Berlusconi, Meloni e Salvini, che in modo netto e determinato mi hanno chiesto di rappresentare i loro 3 partiti nella corsa per il Campidoglio”.
Riguardo le sue preferenze politiche in passato. “Problematiche di lana caprina –ha detto Guido Bertolaso-, attaccate ad antichi schemi ideologici. Anche se comunque ci sono principi che devono essere tenuti a mente. Conosco bene il cuore e il cervello delle persone che sono convinte di essere di destra, credo di saper interpretare e rappresentare le loro posizioni”.
Guido Bertolaso è anche tornato a parlare delle sue vicende giudiziarie: “Finora nessuno ha parlato di contenuti, si parla solo di primarie e delle mie questioni giudiziarie. Spero che prima o poi qualcuno cominci pensare ai temi veri, come i topi in giro per la città. Non vogliono parlare dei fatti. Se iniziamo a parlare dei problemi e come si risolvono, io forse qualche competenza ce l’ho più di altri. Quindi l’obiettivo di molti è quello di tenere lontani i discorsi sui problemi, in relazione alle potenzialità di un candidato”.
In merito alle polemiche sulle sue frasi nei confronti dei rom. “Bisogna essere duri con chi non manda i bambini rom a scuola –ha sottolineato Guido Bertolaso-. Io sono stato numero 2 dell’Unicef al mondo, sono stato promotore dei diritti dell’infanzia, per me i bambini vengono prima di tutto. Quando vedo bambini che vanno in giro a chiedere l’elemosina o a borseggiare, penso sia necessario agire nei confronti dei genitori che li mandano a fare queste cose. E’ una cosa inaccettabile in qualsiasi parte del mondo. Si potrebbe pensare di togliere la patria potestà a chi non manda i bambini a scuola, lo prevede anche la convenzione mondiale sull’infanzia”.
Dopo l’incontro con Giorgia Meloni, quello con Matteo Salvini. “Ho già scritto a Salvini –ha precisato Guido Bertolaso-, appena arriverà a Roma ci vedremo e faremo il punto, il crono programma. Non abbiamo parlato di pettegolezzi, critiche e polemiche. Le questioni prioritarie per la città sono il vergognoso degrado, la microcriminalità, l’assoluta assenza di regole, la carenza drammatica dei servizi, la groviera delle strade. Bisogna riportare alla normalità una città che ha 3000 anni di storia, che è stata la capitale del mondo. Si raggiungono dei livelli di assurdità mai visti. Nemmeno al Cairo o a Mogadiscio ho visto i topi che girano vicino ai parchi per bambini.
Riguardo le misure sulla prostituzione. “ Mi viene da ridere quando sento parlare chi ha gestito questa città –ha attaccato Guido Bertolaso-. I romani si ricordano quando i sindaci hanno detto che avrebbero tolto la prostituzione della strada, lo hanno detto tutti e nessuno lo ha fatto. Solite promesse non mantenute. E’ un problema che va risolto, ma ora non mi sento di poter dire cosa faremo esattamente. Mi devo confrontare con i 3 partiti che mi hanno proposto questa sfida, e poi proporre una soluzione ai cittadini. Ma quello che propongo io lo realizzerò”.