“Se vuoi diventare uno scrittore devi fare due cose soprattutto: leggere molto e scrivere molto. Non c’è un modo, che io sappia, per evitare queste due cose, nessuna scorciatoia”. La nostra recensione potrebbe terminare qui, con una delle frasi più chiare, e più care, del Maestro Stephen King. Non usa mezzi termini e come farebbe con uno dei suoi personaggi, ti investe con una “ferocia” e una spietatezza che lascia poco spazio al dubbio e alla salvezza. La sua però non è una lezione violenta e nemmeno mendace. King con la tranquillità del grande autore lascia che le illusioni possano vivere solo nelle storie che racconta e non in chi deve raccontarle. E’ questo On Writing il tentativo, assolutamente riuscito, di spiegare in maniera sobria, autentica e concisa il mestiere dello scrivere.
Il libro
Il volume è tornato in libreria da pochi mesi, edito da Frassinelli, con una nuova traduzione di Giovanni Arduino e una introduzione di Loredana Lipperini che in poche pagine apre con una delicatezza chirurgica il torace di King e ne mostra il cuore, un cuore bellissimo e pulsante di vivo talento immortale. On Writing è una cassetta degli attrezzi di quelle con i chiodi sparsi sul fondo pronti a ferirti se non allunghi con attenzione la mano. E’ un volume che spiega ad un aspirante scrittore come scegliere gli strumenti che ha già a disposizione e in che modo può procurasi gli altri. Ma si sa, la scrittura, come la vita, ha delle regole ben precise che possono essere ingannate solo con il talento. King lo ribadisce nel libro mostrando, come un abile Mago per dirla con Lipperini, le giuste carte da giocare che però potrebbero cambiare da un momento all’altro sotto gli occhi del lettore.
“I dilettanti si siedono e aspettano l’ispirazione, il resto di noi si alza e va a lavorare”
On writing è però anche un’autobiografia, onesta e appassionata, del Maestro dell’Orrore. Una biografia che ricorda al lettore quanto la vita sia il calamaio migliore nel quale intingere la penna della creatività. E non importa se sei un uomo dalla vita agiata e dalla giovinezza serena oppure, come King, dai trascorsi travagliati e difficili; se sai ascoltare la tua esistenza sei già sulla giusta strada per raccontarla. On Writing evidenzia, ancor di più lo fa con i detrattori, che gli scrittori “pop” o “mainstream” non possono essere etichettati con il marchio, snob, del banale. Il volume mette infatti in luce la grandezza di un certo tipo di scrittura capace, come nel caso esemplare di Stephen King, di sconvolgere i sogni, ma ancor di più gli incubi, di generazioni di lettori di tutto il mondo ricordandoci, con rinnovata forza, quanto saper scrivere sia seducente.