Ambasciatore Terzi: “Deludenti le performance dell’Onu in Siria e i…
L’Ambasciatore ed ex Ministro degli Esteri Giulio Terzi è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Il mondo è piccolo” condotta da Fabio Stefanelli su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
“La situazione della Libia è stata discussa alla conferenza di 26 paesi convocata a Roma sotto la bandiera della lotta all’Isis –ha spiegato Terzi-. C’è una forte pressione da parte delle diplomazie per far sì che il governo della Libia possa finalmente veder la luce con una composizione credibile. L’Occidente e i Paesi che stanno intorno alla Libia e vengono destabilizzati dall’Isis e dai gruppi jihadisti continuano a muoversi per poter avere una pre-condizione politica che permetta un’azione militare. C’è la necessità di agire per contrastare l’Isis, anche se il contrasto in realtà sta già avvenendo. Ci sono degli agenti sul territorio che sono in costante contatto con le milizie di Misurata e altre forze locali interessate a contrastare l’Isis. C’è un’attività da parte italiana che deve essere necessariamente riservata, ma penso che bisogna agire in maniera molto più determinata. Credo che non ci sia tempo da perdere. Bisogna insistere sul binario politico e fare uno sforzo per trovare una rapida definizione di quello che è il governo di unità nazionale”.
“Le misure che noi dobbiamo prendere –ha aggiunto Terzi- devono riguardare anche gli sbarchi nel nostro Paese. Il Ministro della Difesa francese ha affermato che gli sbarchi a Lampedusa comportano un rischio molto elevato per l’Europa, per la possibile presenza di terroristi fra i migranti. Sentiamo sempre dichiarazioni allarmanti da parte di esponenti di altri Paesi, ci piacerebbe ogni tanto essere informati anche dagli esponenti del nostro governo. Il richiamo della Francia deve farci prendere atto ancora di più del fatto che le misure di contrasto all’Isis sono ineludibili e noi dobbiamo esserne parte per poter agire insieme ad altri Paesi importanti che sono impegnate in quest’azione. L’Italia deve essere in prima linea ed essere consapevole che per avere l’aiuto degli altri dobbiamo essere protagonisti in queste azioni”.
“Sono molto legato al ruolo delle Nazioni Unite –ha affermato Terzi-, ma la performance dell’Onu in Siria e Libia è molto deludente. In Libia l’inviato speciale ha concluso il suo mandato travolto da una polemica su interessi diretti che aveva da un Paese del Golfo. Prima di finire il suo mandato aveva negoziato un carico molto significativo con un Paese che è parte in causa dell’intera vicenda. Speriamo che il successore tedesco riesca a portare avanti con un colpo di reni questa conclusione del negoziato politico. Quello che invece sta avvenendo nel negoziato di Ginevra nei confronti dell’opposizione siriana al regime di Assad è molto preoccupante. Il mediatore delle Nazioni Unite a Ginevra sta assicurando che se l’opposizione vera ad Assad accetta di trattare con il regime per la formazione di un governo di transizione, cesseranno immediatamente i bombardamenti e i massacri da parte delle forze del regime. E in tutto quest’anno la situazione si è soltanto aggravata, soprattutto dopo l’entrata in campo dei bombardamenti russi. L’Isis sta perdendo terreno, soprattutto per i bombardamenti della Coalizione, ma continua ad operare a est della Siria. I bombardamenti russi colpiscono ogni giorno centinaia di obiettivi civili a ovest, nella zona di confine con la Turchia. Quindi l’Isis sta est e loro colpiscono a ovest. Il negoziato sta diventando una specie di cortina fumogena che spiana la strada a chi vuole eliminare fisicamente tutti gli oppositori del regime prima che la trattativa di Ginevra vada avanti. Tutto questo sotto la benedizione dell’Onu. Questo ha creato un blocco che potrebbe essere definitivo della trattativa di Ginevra. La risoluzione non ha portato ad alcun miglioramento della situazione umanitaria. C’è una grande rabbia dei negoziatori della vera opposizione siriana nei confronti di una mediazione dell’Onu che viene vista come ambigua e sbilanciata nei confronti dei più forti sul terreno che sono la Russia e Assad”.
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