Tu sei mia è la storia di un amore incondizionato e allo stesso tempo impossibile, che va oltre le convenzioni sociali del 1920, anno in cui è ambientato l’esordio di Elizabeth Anthony.
Sophie ha solo 13 anni quando il padre decide di non fare ritorno a casa. Pochi giorni dopo la madre, da tempo gravemente malata, muore tra sue braccia. Tra le affollate strade di Londra, il solo ad accorrere in suo aiuto è Mr Maldon, l’uomo che sconvolgerà l’apparente vita serena della giovane protagonista, trovandole un’occupazione, come “cameriera” presso Belfield Hall.
Gli anni passano e Sophie non interrompe mai il rapporto epistolare con il suo benefattore, sebbene improvvisamente le sue lettere non ricevano più risposta; sono questi, infatti, gli unici momenti della giornata in cui la protagonista riesce ad evadere da una condizione di anonimato e sudditanza.
La monotonia di Sophie viene stravolta quando, alla morte del proprietario di Belfield Hall, viene nominato erede il Suo duca, Mr. Maldon. E’ nell’esatto momento in cui i loro sguardi si incrociano nuovamente che, tra i due nasce una turbinosa passione, tanto intensa da farli divenire amanti. Nonostante la giovane protagonista non riesca a resistere a quei malinconici occhi blu , dopo pochi giorni, decide di abbandonare la villa per trasferirsi a Londra, realizzando così il suo sogno di diventare ballerina di fila.
Nel corso del romanzo, tra i due amanti si susseguono numerosi incontri ricchi di equivoci, allontanamenti e appassionate riconciliazioni che portano Sophie alla scoperta di oscuri segreti che attanagliano il suo bellissimo amante, condizionato da un passato che lo rende perverso ed incapace di relazionarsi con il prossimo.
Dalle vicende del romanzo emerge la personalità fragile ed in continua contraddizione di Sophie, raffigurata sulla copertina con una schiena candida che emerge su uno sfondo scuro, alludendo quasi al puro sentimentalismo dei grandi classici. Quest’ appetibile scelta dell’autrice cela in realtà contesti di amore carnale, a tratti estremamente commerciali, che per una fascia di lettori rende dubbia la qualità del romanzo.
Personalmente l’ho interpretato come la trasposizione in un’epoca passata delle vicende vissute dai protagonisti del best-seller di E. L. James.
Camilla Miglio
Brava, bella e coraggiosa. E’ questa, quindi, Sophie.
Donne fragili ma intraprendenti, poliedriche, talvolta sottomesse sono le protagoniste da sempre delle storie e dei racconti che la maggior parte degli autori ama raccontare. Storie molto simili tra loro, magari rasenti l’erotismo, magari non sempre adatte al target dei più giovani.
Donne che amano, solitamente uomini sbagliati, con vite complesse e complicate. E’ questo ciò che amano leggere i lettori (lettrici) ed è questo che solitamente un autore racconta e scrive nei suoi romanzi.
Dare alle persone ciò che vogliono sognare è il principale obiettivo di chi scrive romanzi per vivere. Poco importa se poi, a tutti gli effetti si tratti la trasposizione in un’altra epoca, dell’epoca attuale. L’amore è unico, universale, è sempre esistito e sempre esisterà. L’amore vero prevede sempre gli stessi passaggi, la stessa passione, lo stesso erotismo. In tutte le epoche e in tutte le stagioni.
Quindi, complimenti a Camilla Miglio per aver fatto un ottimo parallelismo tra un secolo e l’altro e, complimenti all’esordiente Elisabeth Anthony per aver saputo cogliere, le cinquanta sfumature di grigio, in una relazione fatta vivere novantacinque anni prima.