Ilaria Cucchi non si arrende. Anzi. E’ pronta per continuare a combattere. Consapevole che quell’intercettazione tirata fuori negli ultimi giorni altro non è che il primo di una lunga serie di attacchi che continuerà a ricevere nel corso di una marcia verso la giustizia che suo fratello, Stefano, continua ad aspettare.
Riguardo l’intercettazione tra il maresciallo Roberto Mandolini e un consulente legale del Sap a Vibo Valentia, Ilaria Cucchi, ai microfoni di Radio Cusano Campus, ha dichiarato: “E’ una cosa che mi aspettavo –ha la sorella di Stefano-. Questo è solo il primo di tanti attacchi che arriveranno. Il grande lavoro fatto dalla Squadra Mobile e della Procura di Roma ha portato delle prove talmente schiaccianti, che gli imputati non avranno altri strumenti per difendersi se non quello di infangare Stefano e la nostra famiglia, di fare un altro processo a lui”.
“Abbiamo la forza della Procura che combatte al nostro fianco, quindi non saranno certo queste cose a fermarmi. Quelle intercettazioni sono state fatte da un indagato che sapeva di essere intercettato”. ha proseguito Ilaria Cucchi, prima di dichiarare: “Un indagato che per 6 anni ha taciuto, quindi non so che importanza possano avere. Stefano era uno splendido ragazzo, che aveva fatto sbagli che noi non abbiamo mai nascosto. Non era perfetto, non voglio fare di lui un eroe, però non doveva morire in quella maniera. Adesso inizierà un nuovo processo, abbiamo avuto la settimana scorsa l’incidente probatorio, durante il quale sono stati nominati i nuovi periti. Ho grande fiducia nella Giustizia, nella Magistratura, ma dall’altro lato sono preoccupata perché perizie e consulenze condizionano in maniera rilevante i nostri processi. Nel precedente processo ci sono state tante consulenze e perizie che non sono state in grado di stabilire neanche la causa di morte. Stavolta speriamo che ci sia onestà nel fare le perizie”.