Roberto Giachetti, Vice Presidente della Camera dei Deputati e candidato alle primarie del Pd per la corsa a sindaco di Roma, ha concesso questa mattina una intervista a Radio Cusano Campus, invitando Roma e i romani a guardare avanti. La sua corsa al Campidoglio parte da qui.
“La decisione di candidarmi alle primarie è stata presa definitivamente davanti ad una pizza con gli amici –ha raccontato Giachetti-. La pizza era con mozzarella di bufala e pomodori pachino, è stata digerita bene perché non era pesante. So perfettamente che sarà una campagna elettorale difficile tra primarie ed eventualmente le amministrative. Voglio andare strada per strada e ascoltare tutto quello che le persone hanno da dire riguardo i problemi che vivono quotidianamente. Ho la sensazione che ci sia, in reazione a mafia capitale, la voglia di ricominciare pensando che la politica non può essere solo l’espressione del degrado che è stata mostrata in quell’occasione. Non perderò neanche un secondo ad occuparmi delle questioni dei circoli del Pd, mi auguro che ci sia uno sforzo da parte di tutti per ricucire questa città, dal centro alla periferia. Questa popolazione ha bisogno di ritornare ad essere comunità. Vedo molti che si stanno adoperando in questo senso. Se non ci adoperiamo tutti, Roma non ne esce”.
Mafia Capitale è il passato. “Rivendico la mia appartenenza al PD –ha sottolineato Giachetti-. Non ho nessuna intenzione a nascondere le responsabilità del mio partito in mafia capitale, che sono comunque inferiori rispetto a quelle della destra. So che partirò con qualche centinaio di metri di svantaggio. Però vorrei anche dire ai romani che bisogna smettere di guardare dallo specchietto retrovisore e ricominciare a guardare avanti. Ora prendiamo una strada nuova, altrimenti rimaniamo fermi in un passato che sarebbe bene dimenticare, nelle pratiche e nei ricordi”.
Riguardo la sua fede calcistica. “Quando il laziale Rutelli si candidò, senza il voto di tanti romanisti non sarebbe diventato sindaco –ha affermato Giachetti– Anche lo juventino Veltroni vinse con i voti dei romanisti. Spero che i laziali si facciano una ragione del fatto che io sono romanista e apprezzino in me altre qualità. Spero mi votino, anche perché la politica non può essere divisiva come il calcio. Magari mi voteranno perché gli risolvo il problema delle buche. Io non andrò mai allo stadio con la sciarpa bicolore. Sarò sempre in tribuna Tevere e senza la fascia da sindaco. Nel ‘99 ero capo di gabinetto del sindaco Rutelli e ho dovuto organizzare la festa per lo scudetto della Lazio. Con un po’ di bava alla bocca, però l’ho fatto”.