I consigli non vengono ascoltati, gli avvertimenti vengono sistematicamente ignorati e le minacce, seppur velate, vengono considerate inattendibili. Eppure siamo nell’era della quarta rivoluzione industriale, assistiamo all’inevitabile ed inesorabile avanzata dei robot, sempre più pronti a sostituirci, ed i progetti che ruotano attorno all’intelligenza artificiale sono sempre più credibili e trovano finanziatori e finanziamenti da capogiro. In questo contesto sembra essere volutamente elusa la questione relativa alla sicurezza informatica e alla privacy della globalità degli utenti internet che, in barba a tutte le premesse fatte, continuano ad utilizzare la famosa password “12345”.

È SplashData a stilare la classifica delle parole chiave più usate dal popolo del web, successivamente diffusa dal sito Gizmodo, letteralmente rubate durante gli attacchi compiuti da hacker nell’anno appena trascorso. Una non notizia, a dire il vero, tant’è che la top ten risulta essere praticamente invariata rispetto agli anni passati. Poche le novità: “starwars”, “welcome” e “1234567890”.

Gli internauti continuano a sottovalutare i rischi connessi con l’avere password deboli, facilmente intuibili e quindi aggirabili e dopo “123456” e “password” la top ten stilata da SplashData è completata da: “12345678”, “qwerty”, “12345”, “123456789”, “football”, “1234”, “1234567” e “baseball”. Un elenco che dovrebbe essere al contrario un promemoria sulle password da “non” utilizzare in nessun caso.

Gli smartphone già si bloccano con l’impronta digitale e sono allo studio tecnologie in grado di sbloccare l’apparecchio attraverso la lettura della retina, tutto per riuscire a sostituire le odiose password. Un colosso come Google si sta adoperando per realizzare un sistema che possa prescindere dall’utilizzo della parola chiave per accedere ai suoi servizi online. Nel frattempo però il mondo digitale ruota attorno alle password e la pigrizia o la scarsa fantasia fanno la fortuna anche degli hacker meno organizzati.